D'Alema difende Caselli 

da La Repubblica del 17.11.99

di LIANA MILELLA 
ROMA - Difende a chiare lettere Gian Carlo Caselli, affonda definitivamente l'idea di un possibile passo indietro sulle polizie speciali, lamenta l'eccessiva loquacità dei magistrati. E della criminalità diffusa dice che "è avvertita da tutti i cittadini come una minaccia assai più che non la grande criminalità organizzata". Erano da poco passate le 8 quando il presidente del Consiglio ha varcato ieri la soglia di palazzo San Macuto per sostenere tre ore di confronto con i 40 parlamentari dell'Antimafia. Per 20 minuti D'Alema ha parlato da ministro dell'Interno illustrando il consuntivo del suo governo sulla criminalità. Un dato spicca sugli altri: ormai prostituzione, traffico di droga e piccoli furti sono il nuovo affare delle mafie straniere.
Sapeva, il capo del governo, che parte dell'audizione sarebbe stata dedicata alla polemica sul ridimensionamento di Sco, Ros e Gico. Non si aspettava la questione Caselli, su cui Filippo Mancuso (Fi) lo ha attaccato: "La sua nomina a direttore delle carceri è illegittima, illecita, scandalosa e politica. Lui non aveva titolo giuridico per quell'incarico in quanto non è un prefetto, né un magistrato con le funzioni direttive superiori". D' Alema lascia volutamente da parte la questione tecnica e replica sul piano politico: "Le capacità professionali di Caselli sono fuori discussione. È un magistrato che ha servito lo Stato con grande serietà rischiando la vita". Mancuso non demorde, ma il presidente taglia corto: "Se è una questione di legittimità, la sede per discuterne non è questa". Aggiunge, dando apparentemente un consiglio a tutta l' Antimafia, ma in realtà rivolto proprio a Mancuso: "La commissione ha diritto di criticare i funzionari dello Stato, ma fare i nomi di Caselli e di De Gennaro (il vicecapo della polizia, ndr.) e rivolgere loro frasi inquietanti è negativo. Se c'è una critica specifica, allora è un fatto, altrimenti si ha il dovere di rispettare chi è in prima linea nella lotta al crimine". 
In realtà, il rilievo di Mancuso non ha fondamento. Nel pomeriggio lo mettono in rilievo il Csm, palazzo Chigi con una lunga nota, lo stesso Caselli. Da tempo, il Consiglio superiore ha seguito un preciso orientamento: distinguere tra possesso della qualifica di idoneità alle funzioni direttive e carica conseguente alla qualifica stessa. Nello Rossi (Csm) spiega che per i predecessori di Caselli, Coiro e Margara, e per lo stesso Falcone si seguì questo indirizzo. Del resto, scrive D'Alema al presidente dell'Antimafia Del Turco, la Corte dei Conti, il 6 agosto, ha ratificato la nomina. Conclude Caselli: "Prima di esprimere giudizi apocalittici sarebbe meglio informarsi: il Csm ha sempre deciso come per me". 
Il buonismo sul direttore delle carceri non impedisce a D'Alema di criticare i magistrati per le estenazioni: "Noi ascoltiamo quanto dicono, ma sarebbe meglio se la loro tendenza a parlare si manifestasse in modo meno pronunciato". Il tentativo, più volte ripetuto da Vigna, di rivedere la struttura di Sco, Ros e Gico restituendo poteri di investigazione alle sedi centrali non dev'essere piaciuto a D'Alema che ieri, per la seconda volta, ha espresso un giudizio positivo sulle ormai famose direttive dell'ex ministro Giorgio Napolitano. "Quelle norme - dice D'Alema - rispondevano a un'esigenza di razionalizzazione e di miglior impiego delle forze. Lo scopo era evitare gli inconvenienti della compresenza di tre vertici investigativi sul crimine organizzato separati tra loro e dal vertice interforze della Dia". Secondo il premier sarebbero addirittura i dati - più associazioni mafiose sciolte e più latitanti arrestati - a confermare l'opportunità della scelta fatta. Per chiudere, il caso del maggiore del Ros Giuseppe De Donno mandato per un anno in Cile. Alle contestazioni di Fi, D'Alema si stringe nelle spalle: "Se c'è un posto libero per l'addetto militare in un ambasciata...". Ma l'ufficiale che stava indagando sugli appalti a Reggio Calabria è andato solo a frequentare un corso dei carabineros di Santiago.