Giustizia, il governo corre ai ripari 

da Il Giornale di Sicilia del 20.2.99

ROMA. Un decreto legge e un disegno di legge per intervenire sugli effetti di tre sentenze. Palazzo Chigi ieri ha dato il via libera ai provvedimenti 'salvaprocessi' e 'antiscarcerazioni' e al disegno di legge che darà attuazione alla sentenza sul 513. IL PROVVEDIMENTO SALVAPROCESSI. Il decreto legge del consiglio dei ministri interviene dopo due sentenze: la prima, quella delle sezioni Unite della Cassazione che aveva modificato le competenze del Tribunale e della Corte d'Assise 'con rischio di azzeramento dei processi penali in corso', ha detto il ministro. Rischio scongiurato con la prima parte del decreto, in cui si stabilisce che i tribunali e non le Corti d'Assise sono competenti per le rapine e le estorsioni comunque aggravate anche per i procedimenti in corso. La pronuncia della suprema corte che aveva di fatto, modificato le competenze del tribunali e delle corti d'assise, aggravando di lavoro queste ultime, e mettendo i reati a rischio di prescrizione, era stata criticata molto dal procuratore capo di Palermo, Gian Carlo Caselli. E QUELLO ANTISCARCERAZIONI. La seconda sentenza è quella della Corte Costituzionale che riguardava l'obbligo del giudice di interrogare chi è stato arrestato nella fase degli atti preliminari del dibattimento. La decisione della Consulta, depositata mercoledì scorso, avrebbe portato alla scarcerazione di quegli imputati, già condannati, che sono stati arrestati nella fase precedente al dibattimento senza essere interrogati entro cinque giorni. I giudici della consulta hanno dichiarato incostituzionale (determinando il rischio di scarcerazione di molti imputati) l'art. 294 del codice di procedura penale nella parte in cui non prevede l'obbligo del giudice di interrogare chi viene arrestato nella fase degli atti preliminari al dibattimento. Alla norma è stato contestato di privare l'imputato 'in vinculis' 'del più efficace strumento di difesa', ossia dell'interrogatorio cui l'arrestato ha diritto entro e non oltre cinque giorni dal suo fermo da parte del gip. Il decreto legge (4 articoli in totale) prevede anche norme transitorie che disciplinano i procedimenti in corso alla data della sua entrata in vigore ed in particolare l'evenienza che le misure cautelari in esecuzione dopo la trasmissione degli atti al giudice per il dibattimento e prima dell'inizio dello stesso non siano state seguite dall'interrogatorio. A proposito, è stata prevista una sorta di 'restituzione in termini': l'interrogatorio dovrà essere effettuato dal giudice competente, a pena di estinzione della misura, entro venti giorni dall'entrata in vigore del decreto. 'Il decreto legge - ha spiegato Diliberto (nella foto sopra) al termine del Consiglio dei ministri - interviene su due temi importanti, così come auspicato non solo dagli operatori del diritto, ma anche da diverse forze politiche'. Il riferimento è, fra l'altro, all'allarme lanciato da Caselli, sul rischio di un blocco dei processi in corso dovuto proprio al passaggio di competenze tra Tribunale e Corte di Assise. IL DISEGNO DI LEGGE SUL 513. Il disegno di legge invece, che avrà una corsia preferenziale in Parlamento, recepisce le indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale sul 513. Il ddl sul 513 dà attuazione alla sentenza della Consulta che, ripristinando il valore probatorio delle dichiarazioni non confermate dai coimputati ed entrate in dibattimento col meccanismo delle contestazioni, aveva chiesto al legislatore di intervenire. Diliberto ha rimarcato 'il carattere di provvisorietà del provvedimento' per cui ha chiesto l'urgenza 'in attesa di una complessiva rimeditazione del tema della prova in materia penale'. Un disegno di legge 'molto snello', ha precisato Diliberto (si compone di due articoli) e 'che viene incontro alle sollecitazioni degli operatori della giustizia', in particolare gli avvocati, pronti ad un lungo sciopero proprio sul 513. LE REAZIONI. 'È stata scongiurata la paralisi delle corti d'assise, che già oggi sono a Palermo intasate per numerosi processi di criminalità organizzata': lo ha detto il procuratore aggiunto del capoluogo siciliano, Sergio Lari, 'l'iniziativa era necessaria - ha detto Lari - ed eviterà la scarcerazione di centinaia di detenuti socialmente pericolosi. Nella sola Palermo si profilavano 130 scarcerazione'. Soddisfatti i penalisti: il ddl sul 513 'va nella direzione giusta, ma il Parlamento deve approvarlo con urgenza per evitare gravi e quotidiane ingiustizie', il presidente dell'Unione Camere penali, Giuseppe Frigo, ha comunque confermato lo sciopero per dopodomani, per il 23 e il 24 febbario. Approvazione anche da Giuliano Pisapia, già presidente della commissione Giustizia della Camera, secondo cui è 'indispensabile' che l'esame del disegno di legge sulla valutazione della prova proceda 'parallelamente' al decreto legge sulla competenza dei tribunali e delle corti d'assise, in modo che entrambe entrino in vigore entro due mesi. Controcorrente l'avvocato Carlo Taormina, presidente di 'Avvocatura alternativa', secondo il quale 'il 513 è un'offesa per il buon senso. Non si possono far diventare legge questioni di lana caprina dalle quali deriveranno altre complicazioni di cui il processo penale non ha bisogno'. Il ddl sul 513 va verso una maggiore forma di garantismo. Così Vincenzo Caianiello, presidente emerito della Corte di Costituzionale, commenta il provvedimento approvato dal Governo. Note favorevoli anche dal senatore di Forza Italia Renato Schifani, che aveva sollevato il problema della possibile scarcerazione degli imputati di numerosi processi per scadenza dei termini: 'Il provvedimento - ha commentato Schifani - è stato quanto mai utile e tempestivo ed ha costituito uno di quei casi in cui ad un'opposizione costruttiva ha risposto una maggioranza sensibile'.