513, riforma in aula a febbraio

da Il Mattino del 20.1.99

Tutti insieme riuniti in un confronto, tra il tecnico e il politico, sulle riforme in programma. La Camera penale riesce a portare a Napoli i responsabili nazionali dei settori Giustizia dei primcipali partiti politici. Per affrontare, alla presenza di molti magistrati, i temi caldi del processo penale, definito dal ministro Diliberto «grande questione democratica». Sono ancora l’articolo 513, modificato dalla
Corte costituzionale, e la riforma del giudice unico i temi di confronto. 
L’introduzione spetta al presidente della Camera penale Antonio Briganti: «Speriamo di avere una risposta sui motivi del mancato intervento delle forze politiche a difesa di un codice, completamente stravolto». Da destra a sinistra, gli schieramenti politici sono rappresentati. Lapidario Marcello Pera di Forza Italia: «Il due novembre, data della sentenza della Consulta sul 513, è morto il processo accusatorio». E aggiunge: «Abbiamo chiesto al ministro di esprimersi sul merito, mentre, per la prima volta dopo tanto tempo, tutte le forze politiche hanno concordato un disegno di legge di revisione costituzionale, all’esame della commissione Affari costituzionali. Speriamo di discuterlo in aula, al Senato, per febbraio». Dall’altro lato del tavolo, si arriva all’ex Gip di Palermo, Giuseppe Di Lello, in rappresentanza di Rifondazione comunista. Dice: «Si possono anche accettare delle distorsioni nelle indagini, se in dibattimento esiste un meccanismo per correggerle. Dopo la sentenza della Consulta, si sono aggravate le cose, perchè bisogna capire che il processo serve a saggiare la pretesa punitiva dell’accusa, non ad accertare la verità. La verità processuale è limitata». 
Molto critico con la Consulta è Alfredo Mantovano di An, che addirittura parla di interventi della Corte che «occupano uno spazio ormai di sostituzione al legislatore». E aggiunge: «La riforma costituzionale, per questo, resta l’unica strada praticabile. Condivido molto delle proposte tecniche dell’Unioncamere e non sono critico con le proteste finora messe in atto dai penalisti». Anche Carlo
Leoni, esponente Ds, parla di «difficoltà del codice» e conferma l’appoggio alle leggi di revisione costituzionale proposte. Poi dice: «Faremo di tutto per portare a rapida approvazione quel testo che vede tutti d’accordo. Sul giudice unico, invece, speriamo che si arrivi all’entrata in vigore prevista il due giugno. In queste ore, parte il confronto sulla riforma del giudizio monocratico. Entro febbraio,
invece, discuteremo in aula di depenalizzazione». A tirare le conclusioni è Giuseppe Frigo, presidente dell’Unioncamere, che non anticipa le decisioni dei penalisti, in vista della riunione fissata il 30 gennaio. Ma dice: «Al primo posto, nella gerarchia, vediamo la soluzione dei problemi evidenziati sul giudice unico, riforma su cui siamo molto critici».