Esperto di microcriminalità, difensore di 'disperati' 

da Il Giornale di Sicilia del 21.10.99

PALERMO. La sua attività principale era il diritto civile ma negli anni era diventanto anche un esperto in microcriminalità, un grande conoscitore di procedure e norme su scarcerazione e libertà provvisoria. Giuseppe Ramirez, infatti, più volte aveva assistito rapinatori e spacciatori, un particolare che aveva spinto gli inquirenti a ipotizzare che il delitto fosse da inquadrare nell'ambito della piccola criminalità. Una supposizione che, però, non portò ad alcun risultato, visto che l'inchiesta sul delitto del legale venne poco dopo archiviata. Adesso, a dieci anni di distanza da quell'omicidio, gli investigatori ritengono di aver individuato l'assassino del legale, ammazzato a coltellate nel suo studio di via Guardione. E fu anche la tecnica utilizzata dall'assassino a lasciare pensare che a entrare in azione fosse stato un piccolo rapinatore. Giuseppe Ramirez, definito dai suoi colleghi un uomo affabile e generoso, era molto conosciuto in città anche perché apparteneva a una famiglia aristocratica. Figlio del deputato regionale Antonio Ramirez, teorico del separatismo che sedette all'Assemblea regionale per le prime due legislature, aveva scelto l'avvocatura sin da giovane. Sposato e padre di due figlie, aveva una grande passione: le auto d'epoca. Indagando sulla sua storia, gli investigatori non notarono nulla di strano, né strane frequentazioni . Un uomo che viveva per la famiglia e per il lavoro, dissero gli inquirenti confermando il racconto di parenti, amici e colleghi. Come l'avvocato Francesco Crescimanno, che si occupò di seguire il caso Ramirez, per conto della famiglia. Parole che resero ancora più oscuro il movente del delitto, rimasto avvolto dal mistero per dieci anni. V. F. -----