Il Csm dà il via al decentramento 

da Il Sole 24 ore del 21.10.99

ROMA — Il Consiglio superiore della magistratura ha dato ieri il via libera al decentramento. La prima fase della riorganizzazione ha ottenuto l’imprimatur di una risoluzione approvata ieri dal plenum dell’organo di autogoverno a maggioranza. 

Il Csm è ormai in difficoltà nella gestione della notevole massa di pratiche che riguardano le quasi 16mila toghe in servizio (oltre 7mila sono magistrati onorari). Così i consiglieri hanno deciso di avviare un decentramento graduale, nell’ambito dei poteri di autoregolamentazione e in mancanza di cambiamenti a livello legislativo.

L’obiettivo finale è attribuire più poteri ai Consigli giudiziari, nati nel 1946 con funzioni ausiliarie del Csm. Ai Consigli nel prossimo futuro verranno anche delegate specifiche attività (o parti di esse) oggi a carico del Csm: dalla formazione professionale alle valutazioni di professionalità dei magistrati, dall’esame degli esposti contro i giudici alle pratiche di trasferimento e di incompatibilità fino alla gestione della magistratura onoraria.

Ma questa sarà la fase due del decentramento. Intanto, sottolinea Nello Rossi, relatore della risoluzione approvata ieri, si è dato il via alla prima parte del processo che consiste nel fare in modo che i Consigli giudiziari abbiano regole omogenee e più efficienti (oltre che trasparenti) di funzionamento.

L’omogeneizzazione delle regole è il contenuto specifico della risoluzione. Il Csm, in seguito a una ricognizione sul campo, ha appurato che soltanto la metà dei Consigli giudiziari ha un regolamento. La risoluzione approvata ieri invita chi non l’ha ancora fatto a dotarsi di un regolamento. Non solo. Ne indica anche i contenuti minimi al fine appunto di rendere omogeneo il funzionamento di questi organismi. I contenuti minimi riguardano, tra l’altro, la pubblicità degli atti, le opinioni dissenzienti, il calendario dei lavori, le procedure per mettere all’ordine del giorno questioni sollevate dalla minoranza.

«Si tratta insomma — dice Rossi — di un impulso verso una regolamentazione dell’attività. Una omegeneizzazione dell’attività dei Consigli ma senza interventi autoritativi». Tutto viene lasciato infatti all’autoregolamentazione.

Quando verrà completata questa prima fase, aggiunge Rossi, toccherà alle commissioni del Csm avanzare proposte. Nell’ambito delle rispettive competenze le commissioni esamineranno queli attività delegare ai Consigli giudiziari. Sempre che si tratti di atti istruttori, preparatori e comunque non definitivi. «Perchè — spiega Rossi — dobbiamo rispettare il dettato costituzionale che dà al Csm i poteri di autogoverno». La delega diventerà operativa grazie a circolari approvate dal plenume dell’organo di autogoverno.

Roberta Miraglia