Sul giudice unico ministero «pronto» 

da Il Sole 24 ore del 22.4.99

ROMA — Hanno tentato, ma inutilmente, di stanarli. «La decisione sul rinvio del giudice unico è tutta politica», ha risposto correttamente Franco Ippolito, Direttore dell’Organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia, "interrogato" per due ore, ieri pomeriggio, dalla commissione Giustizia della Camera, insieme al collega degli Affari civili, Fabrizio Hinna Danesi, sullo stato dell’arte delle strutture e del personale in vista del 2 giugno, data di entrata in vigore della riforma. Entrambi hanno descritto una situazione nient’affatto drammatica: qualche problema c’è ancora ma è in via di soluzione. «Il problema vero è il rito penale», ha però rimarcato Ippolito, confermando che la soluzione per far fronte al ritardo del Parlamento nell’approvare il Ddl sul rito monocratico potrebbe essere quella di un rinvio parziale, limitatamente alla parte processuale penale (e non anche a quella organizzativa). Ha poi escluso, perché «tecnicamente impossibile», un’entrata in vigore solo del civile, ma ha lasciato intravedere la possibilità di un rinvio ampio della riforma solo per le aree metropolitane, fino a quando il Governo non avrà esercitato la delega per la costituzione dei nuovi Tribunali, cioè all’incirca fino a metà novembre, sempre che il 28 aprile il Senato approvi definitivamente la legge.
La parola passa ora al ministro. Quanto si sbilancerà Diliberto, oggi pomeriggio, davanti alla commissione Giustizia? Anna Finocchiaro (Ds) è fiduciosa: «Domani (oggi — ndr) potremo cominciare a definire qual è la strada», ha detto a conclusione della seduta la presidente della commissione, che all’inizio aveva sottolineato (non a caso) lo sblocco di due Ddl importanti per il giudice unico: la depenalizzazione e il giudice di pace penale (si vedano gli articoli in pagina). «Questo per dire — ha precisato Finocchiaro — che essendo coinvolti in un processo di responsabilità comune per rispettare la data del 2 giugno, faremo in modo che i Ddl collegati alla riforma siano approvati e che lo siano in una stesura adeguata».
Ippolito e Hinna Danesi hanno infatti insistito, sia pure con garbo istituzionale, sull’importanza che hanno, per un avvio della riforma nella sua interezza, i Ddl "collegati", in particolare quelli sui Tribunali metropolitani e sul rito monocratico. Nessun ritardo sul tabellino di marcia, invece, sul fronte delle strutture e del personale. Ippolito mette le mani avanti e assicura che si sta lavorando per partire il 2 giugno. Con una punta di orgoglio sottolinea che sono stati espletati 37 concorsi per il reclutamento del personale amministrativo e che a fine maggio risulteranno assunte 3.672 persone: «Il più alto numero di assunzioni da parte del Ministero, in soli tre mesi». Hinna Danesi dice che sono scesi a 5 (su 167) gli uffici carenti di aule di udienza (7 non hanno ancora risposto), tra cui Firenze, Palermo, Udine, Ragusa. Ma ricorda che il giudice unico è una riforma di razionalizzazione dell’esistente non la panacea di disfunzioni che hanno radici lontane. Ippolito parlato dei nuovi modelli organizzativi e delle diverse reazioni dei capi degli uffici: chi ha preso sul serio la riforma ha risolto molti problemi e ora teme un rinvio di cui è fautore, invece, chi ha reagito con diffidenza e ora descrive situazioni allarmanti.
Alla fine sembra proprio che i due "inviati" del Ministero abbiano convinto. Il Ds Ennio Parrelli si dichiara «pienamente soddisfatto». E persino il forzista Michele Saponara, che aveva criticato, come altri colleghi dell’opposizione, il rinvio parziale perorando la causa del rinvio totale, saluterà Ippolito dicendogli espressamente: «Mi ha convinto».
Donatella Stasio