Al
Senato slitta ancora il dibattito sulla riforma
da Il Sole 24 ore del 22.2.99
Le sospensive, accusate di bloccare gli appalti, sono una via d’uscita
ai ritardi della giustizia. E non è neanche vero che in materia
di lavori pubblici i tempi di decisione dei Tar siano così lunghi
come si dice. Il fatto è che il controllo dei magistrati dà
fastidio, genera insofferenza. Risponde così Mario Egidio Schinaia,
presidente del Tar Lazio, alle polemiche sulle lungaggini dei Tar. Che
per aspettare una decisione occorrano anni è anche vero, ma non
è certo per volontà dei giudici.
«Quando nel ’74 i Tar sono nati dovevano sopportare un decimo
del carico di lavoro attuale. Il contenzioso nel frattempo è cresciuto,
mentre il numero dei magistrati è rimasto quello di 25 anni fa.
Se si escludono i tre presidenti, il Tar Lazio ha 42 giudici, che devono
far fronte a circa 19mila ricorsi l’anno. In queste condizioni, che risposta
di giustizia si può fornire? Per stare al passo con le cause ci
vorrebbero 120 magistrati».
E il personale amministrativo?
Compie grandi sforzi per andare avanti, ma servono rinforzi, che potrebbero
rendere più agevole anche l’opera dei magistrati. Insomma, abbiamo
tutti i difetti che la giustizia ha in Italia, aggravati dal fatto che
il nostro contenzioso è quello più dinamico: ogni qual cosa
si verifichi nella società civile, il primo impatto lo si avverte
davanti al Tar. Il numero dei ricorsi lo dimostra: su 16.820 presentati
nella sede di Roma del Tar Lazio (l’altra è Latina, ndr), l’anno
scorso ne abbiamo definiti 7.734. Un tasso altissimo. Ma l’arretrato continua
a correre: ora siamo a 152mila cause in lista d’attesa.
Si potrebbe pensare a sezioni stralcio anche per i tribunali amministrativi?
Hanno alcuni inconvenienti, ma qualche cosa bisogna pur farla. Anche
perché non si può impedire alla gente di ricorrere. E se
la giustizia amministrativa ha registrato uno sviluppo abnorme è
perché l’amministrazione pubblica è sempre più contestata.
Perché poco efficiente e perchè le leggi sono cavillose...
È un mix delle due cose, che costringe il giudice amministrativo
è dare risposte — quasi come fosse un ammortizzatore sociale — alle
più disparate esigenze.
E la risposta dopo quanto arriva?
Il Tar Lazio, così come gli altri Tar, è riuscito a evitare
il fallimento della giustizia amministrativa discriminando in base all’importanza
delle controversie. D’altra parte, è il legislatore che l’ha previsto.
Se avessimo dovuto seguire la regola cronologica di presentazione del ricorso,
non avremmo avuto alcuna decisione, per esempio, sulle Autorità
di garanzia. Sarebbe stata la paralisi totale delle Authority.
Presidente, ma quanto tempo bisogna aspettare una sentenza?
Al Tar Lazio, mediamente quattro anni.
Quale sarebbe, invece, il periodo accettabile?
Un anno, considerato che la risposta in tempo reale non esiste e tenendo
conto delle complessità del giudizio.
Per la sospensiva, invece, quanto occorre?
Mediamente, quindici giorni.
E quanti sono gli interventi cautelari?
In due terzi dei casi il ricorso è sempre accompagnato dalla
richiesta di sospensiva e nel ’98 abbiamo emesso quasi 9mila provvedimenti
cautelari, molti dei quali risolutivi.
L’anomalia è, dunque, ancora più marcata: i tempi celeri
della sospensiva stridono con gli anni necessari per una sentenza. E mentre
si aspetta la decisione di merito, tutto rimane (Consiglio di Stato permettendo,
visto che è possibile l’appello anche del procedimento cautelare)
bloccato. È il tema delle polemiche dei giorni scorsi.
Una correzione è d’uopo. In materia di lavori pubblici la legge
prevede che, se la sospensiva è accolta, l’udienza di merito venga
fissata entro 90 giorni. Dunque, se si tratta di appalti o provvedimenti
delle Authority, le decisioni di merito arrivano in sei, sette mesi. Capisco
che nei lavori pubblici ogni intralcio, sia pure di un’ora, possa dare
fastidio, poiché si tratta di opere di grande impatto sociale. Ma
sono pur sempre attività sottoposte al controllo dei giudici e fino
a quando la legge darà al cittadino il diritto di ricorrere, le
amministrazioni pubbliche non possono lagnarsi.
Ma se per gli appalti esiste una corsia privilegiata, perché
allora si accusano i Tar di bloccare i cantieri?
Spesso si generalizza e inoltre è molto comodo buttare tutto
addosso ai tribunali amministrativi. Di fronte a un’ordinanza cautelare
accolta è molto facile dire "è il Tar che blocca".
Il controllo dà fastidio?
C’è insofferenza verso il giudice, qualsiasi tipo di giudice.
In altri termini, non verrà mai sottolineato il tempo perso nel
bandire una gara, ma ci si concentrerà sul terminale della procedura,
che spesso è appunto il ricorso al Tar. Che però è
ineliminabile: le parti non possono essere private del diritto di ricorrere
e il giudice deve compiere il proprio dovere.
Ma lo strumento della sospensiva è efficace?
Sì, perché rappresenta l’unico sbocco alla domanda di
giustizia in tempi reali. Semmai va previsto che si possa arrivare a una
decisione di merito tutte le volte che in sede cautelare ci si rende conto
che la soluzione è facile e breve.
A.Che.
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