"Detenuta grave per il ''41 bis''" 

da La Stampa del 22.2.99

ROMA. "La mia assistita sta morendo, mi vede e comincia a piangere e quasi non riesce più a parlare". E' l'appello lanciato da Caterina Calia, avvocato difensore di Maria Filippa Messina, detenuta a Rebibbia, dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma di respingere la richiesta di revoca della sospensione del trattamento ordinario, per il pericolo che la donna riprenda i contatti con la mafia. 
"La mia assistita - ha detto l'avvocato - sta perdendo i capelli e ha la pelle squamata e rovinata, soffre di continue cefalee ed è sottoposta a terapia neurologica". Maria Filippa Messina, 30 anni, unica detenuta del carcere femminile di Rebibbia in regime dell'art. 41 bis (carcere duro), fu arrestata nel '95 con otto persone che stavano per compiere una strage a Calatabiano (Ct), forse da lei stessa ordinata, per uccidere cinque esponenti di un clan rivale. La donna divenne capo del clan capeggiato dal marito - Antonino Cintorino, rinchiuso a Parma in regime di 41bis e condannato a 21 anni per omicidio - dopo l'arresto di questi. E' stata condannata nel '98 ad 8 anni e 8 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso, rapina aggravata e violazione della legge sulle armi. [Ansa]