Albi, scontro sulla competenza 

da Il Sole 24 ore del 22.6.99

ROMA — «La riforma dei ministeri va valutata nell’insieme: la questione delle competenze sugli Ordini è un particolare nel processo di razionalizzazione. Per altro su questo aspetto abbiamo registrato le indicazioni delle amministrazioni interessate». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Franco Bassanini, non vuole pronunciarsi nel merito del possibile trasferimento di competenze — dal ministero della Giustizia alle Attività produttive — per quanto riguarda le professioni intellettuali, a eccezione di avvocati e notai. Sulle professioni sanitarie il controllo e la vigilanza toccherebbero invece, in continuità con l’attuale ripartizione, al futuro ministero del Welfare.
La commissione parlamentare per le riforme amministrative inizierà oggi l’esame dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri il 4 giugno: il provvedimento dovrà quindi essere varato definitivamente entro il 31 luglio, quando scade la delega della legge 59/97.
Bassanini ammette che, in generale, sulla riforma dei ministeri «le resistenze sono fortissime. Il Parlamento farà osservazioni su mille aspetti». Per quanto riguarda le competenze sugli Ordini «si può discutere e valutare», anche se si tratta di una «questione marginale» nell’ambito della razionalizzazione.
Secondo lo schema di decreto legislativo la competenza sulle professioni passerebbe al ministero delle Attività produttive, nell’ambito degli «indirizzi di politica industriale, del commercio e dei servizi». Contro questa ipotesi ha protestato Gianni Boeri, presidente del Cup (il Comitato unitario permanente degli Ordini professionali) con un telegramma indirizzato ai presidenti delle Camere, al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia e ai segretari dei partiti. Boeri chiede alla commissione Bicamerale per le riforme amministrative «un’immediata audizione della delegazione del Cup». «Il progettato smembramento del sistema unitario di vigilanza e coordinamento delle attività professionali — scrive Boeri — contrasta platealmente con le linee ispiratrici» della riforma delle professioni in discussione in discussione e nega «il formale impegno assunto dal Governo di preventiva concertazione delle organizzazioni rappresentative dei professionisti».
In campo anche il presidente dell’Associazione dei dottori commercialisti, Vilma Iaria. In una lettera a Vincenzo Cerulli Irelli, presidente della Bicameralina, Iaria fa notare che lo spostamento della vigilanza non ha alcun senso a meno che l’obiettivo non sia quello di ridimensionare, contro gli interessi generali, il ruolo della professione, che è invece connotata da funzioni di tipo pubblicistico, come il controllo dei bilanci e il corretto comportamento degli amministratori.
M.C.D.