Il ricorso notificato anche a 50 avvocati

da L'Unione Sarda del 22.6.99

Argomento del giorno al Palazzo di Giustizia, non fosse per altro che il ricorso presentato dal consigliere del Tribunale amministrativo regionale Salvatore Stara è stato notificato almeno a una cinquantina di avvocati interessati alle 32 sentenze di cui si sostiene l'illegittimità. Al centro delle attenzioni il presidente del Tar Alberto Manlio Sassu alla guida degli uffici di piazza del Carmine dal 1985, magistrato anziano dal 1974 anno in cui si insediò il Tribunale amministrativo in Sardegna. 
Contattato, il giudice Sassu preferirebbe sull'argomento non intervenire, si dice profondamente colpito e lacerato da una vicenda che non sta rendendo serena da anni la vita dell'ufficio. E, ammette, avrebbe preferito che il caso avesse trovato una sua soluzione senza che si dovesse arrivare allo scontro di questi giorni. Insomma, il presidente del Tar sulla questione preferirebbe non aggiungere parola. Così si limita, cercando di dribblare le domande dei cronisti, a spiegare che tutti i provvedimenti sinora presi nei confronti del consigliere Stara sono frutto delle decisioni del Consiglio di Presidenza. Una sorta di Csm che regola e controlla l'attività dei giudici dei Tar, a cui il presidente sardo ha riportato le continue lamentele dei colleghi e di numerosi ricorrenti. 
Due sono i fronti di contestazione mossi al consigliere dal suo presidente. Uno di incompatibilità ambientale con tutti gli altri giudici che in due lettere avevano segnalato una situazione tesissima. È sulla base di queste contestazioni che il Consiglio decise il trasferimento in Sicilia del magistrato. Provvedimento poi cassato (Stara non era stato sentito dal Consiglio) per un vizio di forma. 
L'altro è relativo, come ammette con sofferenza il presidente Sassu, ai ritardi nella consegna delle sentenze. Tempi prolungati con attese di oltre due anni che sarebbero alla base del passaggio dei fascicoli ad altri giudici. Ben 52 casi, come ha spiegato il giudice Sassu, in attesa di giungere a sentenza. Realtà che sarebbe emersa in numerose lettere di protesta da parte dei ricorrenti. 
Per riavere quei fascicoli, che il consigliere Salvatore Stara si sarebbe rifiutato di restituire, era dovuta intervenuta la Procura della Repubblica che aveva inviato a casa del consigliere ufficiali di pg. 
Una situazione dunque molto delicata e seriamente compromessa. Tanto che oggi, a seguito di una lettera carica d'accuse diretta al presidente del Tar, scritta da Stara e distribuita fra gli avvocati, il consigliere si trova sospeso dall'incarico. Una decisione del Consiglio di presidenza che gli ha inoltre congelato lo stipendio ad eccezione dell'assegno alimentare, pari a due terzi del totale in busta paga.