Guerra
tra giudici al Tar
da L'Unione Sarda del 22.6.99
Acque agitate al Tribunale amministrativo regionale della Sardegna.
A turbare la navigazione del Tar è un ricorso presentato dal consigliere
Salvatore Stara contro il presidente Alberto Manlio Sassu. Ventitré
pagine fitte in cui il consigliere Stara accusa il presidente Sassu di
averlo isolato, chiuso nell'angolo tentando di farlo trasferire in altra
sede, mettendolo in cattiva luce fra colleghi e funzionari correggendogli
le sentenze e affidando una serie di processi, già a lui assegnati,
a un altro giudice estensore.
Uno scontro duro all'interno del palazzo di giustizia di piazza del
Carmine che covava da tempo e che ieri ha preso corpo con la notifica del
ricorso presentato dal consigliere Stara tramite il suo legale, l'avvocato
Emanuele Spinas del Foro cittadino. Il ricorso non è rivolto solo
contro il presidente Alberto Manlio Sassu ma anche nei confronti, per quanto
di rispettiva competenza, come terzo componente del collegio giudicante,
dei consiglieri Manfredo Atzeni, Rosa Panunzio, Francesco Scano e Marco
Lensi.
Cosa denuncia per l'esattezza Stara? E a cosa punta?
Il consigliere si ritiene al centro di una forte discriminazione che
si sarebbe inizialmente espressa in tre esposti al Consiglio di Presidenza
nel 1996. In quelle occasioni, il presidente Sassu aveva formulato nei
confronti di Stara addebiti di inadempienze e di contrasti con tutti i
magistrati del Tar Sardegna. Addebiti che il 6 dicembre del 1996 avevano
portato al trasferimento di Stara al Tar Sicilia per incompatibilità
ambientale.
È da qui che parte lo scontro al vertice del Tribunale amministrativo
sardo. Salvatore Stara impugna quel provvedimento e con sentenza del 31
luglio del 1998, la terza sezione del Tar Lazio accoglie il ricorso annullando
il suo trasferimento in Sicilia. In esecuzione della sentenza, nel settembre
del 1998, il consigliere Salvatore Stara riprende regolarmente servizio
al Tar Sardegna. È ovvio che la situazione al palazzo di giustizia
di piazza del Carmine non è delle più serene.
Secondo il consigliere del Tar, le discriminazioni non si fermano e
nei suoi confronti si scatenerebbe (questo il succo dell'accusa) un tagliafuori
studiato a tavolino. Infatti, secondo quanto esposto nel ricorso dall'avvocato
Emanuele Spinas, il giudice Stara sarebbe stato ancora una volta messo
nell'angolo in merito all'affidamento dei casi dei quali era relatore.
Stara lamenta il fatto che il presidente Sassu lo avrebbe più volte
sostituito con un altro giudice seguendo un procedura, peraltro, illegittima.
Non solo, ma più volte il presidente avrebbe corretto pesantemente
le sentenze da lui presentate. Da qui l'ulteriore scontro. Il giudice Stara
non si sarebbe uniformato alle correzioni e il presidente Sassu avrebbe
ancora una volta affidato i fascicoli e la stesura della sentenza ad altro
consigliere.
Da qui uno degli aspetti più particolari di questa vicenda:
tutte quelle sentenze che furono levate a Stara oggi sono al centro del
ricorso. Il consigliere, infatti, chiede che venga dichiarata l'illegittimità
dei decreti con cui il presidente unilateralmente l'avrebbe sostituito.
Conseguentemente, per quello che in gergo giuridico si chiama illegittimità
derivata, chiede l'annullamento delle 31 sentenze che gli sarebbe state
sottratte.
Il consigliere Salvatore Stara non balza per la prima volta agli onori
della cronaca. Nel gennaio del 1995 entrò in guerra con il sindaco
di Quartu Graziano Milia durante la demolizione dei complessi abusivi sulla
spiaggia del Poetto, il "Tamarix" e il "Camping roulottes". In quell'occasione
Stara, che figurava fra i personaggi interessati a una delle costruzioni,
denunciò il sindaco Milia. Il primo cittadino di Quartu aveva, infatti,
sollecitato con un esposto l'attenzione della Procura sulla posizione del
magistrato amministrativo. La denuncia di Stara fu bocciata in tutti i
gradi di giudizio, sino alla Cassazione.
F. A.
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