Un
tribunale in agonia nella terra del malaffare
da Il Mattino del 22.5.99
DALL’INVIATO A NOLA
FRANCO BUONONATO
Doveva essere il faro della giustizia nel Nolano, un’area assediata
dalla camorra. A cinque anni dall’inaugurazione, il Tribunale di Nola è
invece in piena agonia, soffocato da migliaia di procedimenti, civili e
penali, che non si riescono a smaltire per mancanza di magistrati. Il trenta
per cento dei processi viene rinviato, molti cadono in prescrizione per
decorrenza dei termini. Grazie alla giustizia-lumaca, sono stati cancellati
centinaia di procedimenti. Moltissimi «colpi di spugna» riguardano
amministratori e politici locali colti con le mani nel sacco. E lo Stato
perde credibilità, incapace di punire chi sbaglia. Una situazione
di grave sofferenza, appesantita dalla mancanza di una sede idonea. La
splendida Reggia degli Orsini potrebbe andare bene per ospitare un museo,
non certo per dare uffici efficienti e moderni agli operatori della giustizia
in questa terra difficile, che ha sempre fornito i capi alla cupola della
camorra. Lungo l’elenco dei padrini, da Raffaele Cutolo a Carmine Alfieri,
da Mario Fabbrocino a Giuseppe Autorino, quest’ultimo ucciso due mesi fa
dai Nocs nelle campagne di Saviano.
Il Tribunale di Nola, competente su 34 comuni, è quindi nell’impossibilità
di assolvere appieno al suo ruolo. Ha armi spuntate in una zona dove la
criminalità ha messo radici dappertutto, anche nelle amministrazioni
locali, come testimoniano i diversi scioglimenti di consigli comunali per
«infiltrazioni camorristiche». Le famiglie della camorra controllano
tutto: grandi appalti, racket, contrabbando, traffico di droga. Un fiume
di danaro sporco di sangue poi riciclato in attività apparentemente
lecite, a cominciare dall’edilizia per finire al commercio. Ed un Palazzo
di Giustizia che non decolla gioca a favore del malaffare. Una impasse
più volte denunciata dallo stesso procuratore della Repubblica di
Nola, Adolfo Izzo, e dal presidente del tribunale, Raffaele Motti, magistrati
di collaudata esperienza. Mille appelli e nessuna risposta. Sul piede di
guerra anche gli avvocati, con continue astensioni dalle udienze: nove
mesi di scioperi in cinque anni. Un record.
Il caso-Nola è finito più volte anche in parlamento.
L’ultima interrogazione, indirizzata al ministro Diliberto, è di
Sergio Cola, deputato e penalista. Lo stesso Cola, qualche mese fa, presentò
una provocatoria proposta di legge: «Perché non chiudiamo
il tribunale di Nola, visto che funziona male?». Una provocazione
che spinse il ministro di Grazia e Giustizia ad assumere precisi impegni
sull’aumento degli organici, sia dei magistrati che del personale amministrativo.
Due nuovi magistrati sono arrivati in procura, ma altri due sono stati
trasferiti a Napoli. Non è cambiato nulla. Ed il lavoro si accumula.
Queste le cifre del malessere. Sono 1100 i processi pendenti di fronte
ai tre collegi penali giudicanti. Gravissima la situazione della procura:
nell’ultimo semestre sono stati avviati 26mila procedimenti. Grattacieli
di fascicoli di cui solo una parte giungerà alla sentenza. Un lavoro
immane per i 27 magistrati, civili e penali, compresi il procuratore Izzo
ed il presidente Motti. Nel civile lavorano 11 giudici, due in meno del
previsto. Nei tre collegi penali giudicanti i giudici sono nove. Due i
giudici per le indagini preliminari, di cui uno sul piede di partenza.
Nella Procura della Repubblica, a parte il dirigente Izzo, lavorano sei
sostituti, di cui uno prossimo ad andare in un’altra sede. Il ministero
ha promesso l’arrivo di altri sei magistrati. Un arrivo solo annunciato.
Si attende anche la nuova sede del palazzo di giustizia, nella caserma
Principe Amedeo. Ma i lavori procedono con lentezza.
Sono appena 63 i dipendenti amministrativi, divisi tra autisti, personale
delle cancellerie e dei casellari. Altre 14 persone lavorano nell'ufficio
notifiche. Appena 19 gli impiegati della procura. Per tutti un lavoro massacrante,
in locali angusti. Emblematico il caso degli ufficiali giudiziari: 14 persone
in uno stanzone con un unico ingresso e senza servizi igienici.
Ogni collegio ha in media un carico di procedimenti che si aggira tra
gli undici ed i sedici processi al giorno. Sui banchi della pubblica accusa
per i reati comuni siedono i sostituti nolani, per i reati di camorra viene
invece inviato un sostituto procuratore dalla Direzione Distrettuale Antimafia
di Napoli. Appena 21 e con scarsi mezzi gli uomini della polizia giudiziaria
che, su indirizzo dei magistrati, conducono le indagini contro un nemico
che ha mezzi potenti, mille protezioni e può sempre contare sulla
lentezza della macchina della giustizia.
|