Caselli: 'Una Procura europea contro la mafia internazionale' 

da Il Giornale di Sicilia del 23.2.99

ROMA. Contro l'internazionalizzazione della mafia c'è un solo rimedio: l'internazionalizzazione dell'antimafia. Eccola qui, se vogliamo, la morale dell'intervento di ieri del procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli alla presentazione della quarta 'Giornata della memoria e dell'impegno' organizzata dall'associazione Libera a Corleone per il 21 marzo prossimo. Una presentazione avvenuta non a caso presso la sede della stampa estera di Roma, davanti ai corrispondenti dei principali giornali europei. Con Caselli, Rita Borsellino, don Luigi Ciotti, il sindaco di Corleone Giuseppe Cipriani hanno spiegato le motivazioni del quarto incontro 'per non dimenticare', organizzato da Libera, forse la più importante associazione antimafia esistente, costituita da altre 700 associazioni nazionali con lo scopo essenziale di coinvolgere la società civile nella lotta alla criminalità organizzata. Ieri è stata l'occasione adatta per Caselli di lanciare l'idea di una procura antimafia europea, sullo stampo di quella diretta da Pierluigi Vigna, per combattere a livello continentale la criminalità organizzata. 'Sono favorevole _ ha detto il magistrato _ a istituti di carattere non solo investigativo ma anche giuridico, che siano espressione dell'Unità europea. L'euro potrebbe divenire un fatto anche politico, che favorisca un diritto comune europeo sul fronte dell'antimafia. La criminalità organizzata è un fenomeno non più italiano ma mondiale, che ormai riguarda l'economia globale e capace di sconvolgere, con il riciclaggio di denaro sporco, gli stessi meccanismi del libero mercato e della finanza internazionale. Per questo servono risposte a livello internazionale che abbiano la stessa efficacia e che siano capaci di coinvolgere la responsabilità di tutti gli Stati'. E proprio l'Italia, secondo Caselli, potrebbe essere il modello cui ispirare le strategie antimafia europee 'in quanto il nostro paese _ ha detto il magistrato _ è leader mondialmente riconosciuto nelle tecniche per combattere la criminalità organizzata e anche nella capacità di conciliare l'azione delle Istituzioni e delle forze dell'ordine con quella culturale e sociale della società civile'. È stato, infatti, l'aspetto sociale della mafia quello che Caselli ha voluto sottolineare: 'La mafia non va solo letta in chiave criminale ma ancor più in termini politico-sociali, come fattore di espulsione del lavoro dai territori dove è presente, a causa della fuga delle imprese e di blocco dello sviluppo. La mafia prospera dove i diritti negati vengono trasformati in favori. Per questo è necessaria un'antimafia della società civile che si impegni a educare e prevenire'. In questo, dunque, il ruolo di associazioni come Libera che enfatizza non a caso le attività educative svolte all'interno delle scuole con _ ha ricordato Rita Borsellino _ 500 progetti educativi promossi negli ultimi 3 anni, 800 scuole e 800 mila ragazzi coinvolti. Dall'anno scorso, poi _ ha spiegato don Ciotti _ Libera ha promosso la costituzione dell'agenzia per l'uso sociale dei beni confiscati alla mafia, beni che grazie alla legge 109-96, possono essere utilizzati da Stato, Comuni e associazioni a fini pubblici e sociali. A oggi, 228 beni per 100 miliardi di valore già confiscati e riutilizzati, di cui il 30 per cento nella sola Sicilia. Tra questi l'ex villa dei Riina a Corleone, trasformata in scuola, ove il 21 marzo si svolgeranno parte delle attività previste per la Giornata della memoria e dell'impegno. Renato Giglio Cacioppo