Dal '513' al caso Di Bella, un anno tra le polemiche 

da Il Giornale di Sicilia del 23.2.99

ROMA. Dalla sentenza sul decreto legge Di Bella a quella sull'articolo 513 cpp nel '98, fino alla dichiarazione di ammissibilità del referendum nel '99. Sono alcune delle sentenze più importanti, e più discusse, della Corte Costituzionale, ricordate ieri dal presidente della Consulta Renato Granata nel corso della conferenza stampa annuale della Corte. Nella sua relazione Granata ha fatto un evidente riferimento alle sentenze sul referendum e sul 513 nelle prime pagine, le più 'dure', quelle di condanna ai continui attacchi alla Corte. Tra le questioni più complesse, ovviamente, proprio quella sul 513 che, ha detto Granata, 'è stata oggetto di particolare e approfondito esame da parte della corte', ha 'avuto grande risonanza' e 'ha suscitato un vivace dibattito'. 'Mi limito a ricordare - ha detto - che essa si fonda sull'affermazione dell' inviolabilità del diritto di difesa dell'imputato'. E la Corte è giunta ad una soluzione 'in grado di salvaguardare il diritto al silenzio dell'imputato dichiarante e quello al contraddittorio del destinatario delle dichiarazioni', superando la 'manifesta irragionevolezza' della norma che delegava la possibilità di utilizzare in aula le dichiarazioni, alla discrezionalità di chi le aveva precedentemente rese davanti al Pm. Molto discussa anche la sentenza sul decreto Di Bella, dichiarato illegittimo dalla Corte nella parte in cui non prevedeva l'erogazione gratuita della cura ai meno abbienti esclusi dalla sperimentazione. Una decisione presa, ha precisato Granata, 'prescindendo ovviamente da ogni valutazione sull'efficacia di quella terapia'. Ha suscitato notevoli reazioni anche la legge sul numero chiuso all'Università: è legittimo, ha detto la Corte, ma la legge è carente e l'intera materia necessita di un' organica sistemazione. Un invito al legislatore è arrivato anche con la sentenza sulla fecondazione artificiale: esaminando un caso di disconoscimento di paternità la Corte è tornata a ribadire la 'totale assenza di disciplina legislativa'. Con la sentenza sulle quote latte, 'la Corte - ha detto Granata - è poi intervenuta su una materia di rilevante interesse economico sociale, precisando le competenze regionali'. -----