L'Anm ai magistrati: meno esternazioni 

da La Repubblica del 23.11.99

di CLAUDIA FUSANI 
ROMA - Signori giudici e magistrati cercate di essere più signori. Meno commenti dai microfoni pur facendovi rispettare quando vi attaccano e vi offendono. "Dovete essere e apparire imparziali", "evitare le polemiche individuali", guai "se diventate controparte di qualcuno". La lezione di buone maniere arriva proprio dall'Associazione nazionale magistrati, il sindacato di circa ottomila toghe italiane, e nel giorno in cui la giunta dell' Anm è ricevuta al Quirinale dal presidente Ciampi. Arriva dopo oltre un mese di attacchi furibondi contro i magistrati, di risposte non meno furibonde da parte delle toghe e dopo la crisi di giunta dell'Associazione.
Dieci giorni di lavoro per mezza pagina scritta. Un documento delicato. "È stato un ordine del giorno più volte corretto e ritoccato" spiega Cicala, "nato dall'esigenza di ribadire la legittimità dei magistrati di partecipare al dibattito sulle riforme in corso e da quella di indicare i binari di una riflessione che sia efficace ma non strillata". Nessun riferimento a casi specifici. Ma non si può non pensare ai recenti interventi di Caselli, Borrelli, del capo dei gip fiorentini Giuseppe Soresina e altri.
I magistrati fanno appello alla "pacatezza" perché "sono convinto - dice Cicala - che accresca e non diminuisca l'efficacia delle risposte". Dunque tutti "liberi di criticare". Ma tutti, magistrati, politici, imputati, dobbiamo evitare "che la discussione sulla giurisdizione assuma toni aspri con invettive e denigrazioni personali".
Richiesta questa "autolimitazione" ai suoi associati, l'Associazione ribadisce "l'intenzione di farsi carico direttamente della difesa della dignità personale dei magistrati coinvolti anche per evitare dannose esposizioni personali".
Gli stessi argomenti sono stati ripetuti nel testo di "Saluto al Presidente della Repubblica" che ieri pomeriggio ha ricevuto al Quirinale la giunta dell'Anm. Ma l'incontro, durato oltre un'ora, ha riguardato soprattutto i "rischi di paralisi del processo penale". "Siamo di fronte - scrivono i magistrati a Ciampi - ad un insieme di inefficienze e bizantinismi che ci costringono a riproporre davanti a lei forti preoccupazioni per un rischio di paralisi nella giustizia penale e del lavoro". E il presidente, fa notare Cicala, "ha mostrato di essere consapevole dell' urgenza di leggi ordinarie che accompagnino l'entrata in vigore della riforma costituzionale del giusto processo".
Da Milano il procuratore generale Francesco Saverio Borrelli è "d'accordo" con la dichiarazione d'intenti della Anm. Si augura però "che gli interventi difensivi dell'Associazione a tutela dell'onorabilità e dell'immagine dei singoli magistrati siano incisivi e pronti tanto quanto gli attacchi". E Nello Rossi (Md), membro togato del Csm, ricorda che "negli ultimi tempi il Consiglio superiore ha dovuto aprire numerose pratiche a tutela di magistrati". Forse troppe.