Le leggi? Facciamole scrivere ai giornalisti

da Il Corriere della sera del 24.6.98

Caro Montanelli, 
La replica del ministro al suo articolo «Le tasse, Visco e i Mandarini» rafforza la validità delle sue argomentazioni. Ho sottoposto la replica di Visco alle prove di leggibilità. Penso che lei non le conosca, in quanto lei non ha mai avuto la necessità di verificare la leggibilità di un suo testo con formule matematiche. 
Da questo esame il ministro non esce bene: 1) ogni frase è composta, in media, da 46,3 parole; 2) il 20,7 per cento delle parole usate sono classificate come «meno diffuse»; 3) l段ndice di leggibilità secondo Fleisch-Vacca è 20. Secondo la formula adattata da Vacca alla lingua italiana un testo ben leggibile fornisce un indice intorno a 60; 4) l段ndice di leggibilità
secondo Gumming-Fog è 25: questo è in realtà un indice di non leggibilità, più è alto e meno il testo è leggibile; un valore buono è 16-18. 
La prosa del ministro riflette quella dei moduli per le tasse e delle istruzioni che dovrebbero facilitarne la compilazione.
Penso sia uno dei ministri finanziari più competenti e più seri che abbiamo avuto, ma è bene che si limiti a impostare le leggi e non le scriva; né pretenda di giudicare se altri le hanno scritte bene. Prima di firmarle le faccia sempre rileggere da una commissione di persone estranee alla esotericità del linguaggio legislativo-fiscale, fra le quali alcune che abbiano non più della licenza di terza media. 
Provi a verificare se queste persone capiscono quali sono «le operazioni esenti di cui all誕rt. 10». Per la bontà di una legge, lo stile con il quale è scritta è solo un dettaglio, ma il diavolo si annida sempre proprio nei dettagli. 
Bruno Barolo, Piacenza 

Caro Barolo, 
La sua lettera mi piace e mi convince per quattro quinti, e perciò inizio la mia risposta, o tentativo di risposta, dal quinto che non mi convince, quello delle «prove di leggibilità». Che, a essere sincero, mi sembra uno dei tanti paragrafi di una delle tante «ordinanze» o «circolari» ministeriali che fanno parte dei Misteri Eleusini della nostra burocrazia. Ciò che lei dice a titolo di presentazione, è vero: io non mi sono mai sottoposto a prove di leggibilità, né mai ho contato le parole di cui è composta solitamente la mia frase. Il criterio cui m段spiro è questo: quando la frase si allunga, smetto di scrivere perché vuol dire che non sono in vena. Quindi credo di rientrare nella regola, se l檀o ben capita (ma non ne sono sicuro) di Fleish-Vacca; quella di Gumming-Fog è fuori portata delle mie capacità intellettive. 
Su tutto il resto siamo perfettamente d誕ccordo. Anch段o, pur senza conoscerlo personalmente, considero Visco uno dei ministri più competenti e seri, anche se non dei più simpatici, di questo governo. Ma anch段o penso che per la compilazione delle leggi dovrebbe seguire il metodo che lei suggerisce, anzi ne proporrei uno ancora più radicale: quello di escludere da tale compito i funzionari del suo e di qualunque altro ministero, sottraendo così ai Mandarini della burocrazia il compito che li rende insostituibili e giustifica tutti i privilegi di cui godono. 
Seguirei insomma, per venire al concreto, questo metodo. Istituirei, a titolo permanente e gratuito, quella commissione di cittadini che lei propone e come lei la propone, cioé previa rigorosa esclusione di Mandarini, esperti e cattedratici. Dinnanzi ad essa, cioé usando il suo linguaggio, illustrerei le misure che intendo prendere. Dopodiché ne affiderei la redazione a un gruppo di giornalisti. E nessuno interpreti questo suggerimento come la difesa, o meglio l段nstaurazione di un privilegio corporativo. + soltanto il riconoscimento che l置nica cosa che noi giornalisti sappiamo fare, quando sappiamo fare qualcosa, è proprio questo: rendere intelleggibile ciò che tutti gli altri burocrati o intellettuali cercano di rendere inintelleggibile, forse per sottrarlo a ogni pubblico controllo e misurazione. Se qualcosa gl段taliani di questo secolo hanno imparato, compresa una bella serqua di baggianate, lo hanno imparato dai giornali e dai giornalisti: gli unici che, anche senza aver mai sentito parlare di Fleish-Vacca né di Gumming-Fog, come il sottoscritto, sanno comporre frasi con meno di 46,3 parole, di cui almeno 30 appartengono al linguaggio comune. 
Ecco: se lei e io riusciamo a persuadere il ministro Visco ad applicare questo metodo, avremo reso un bel servizio. Non solo a Visco, ma al Paese.* 

TRENTA PAROLE 
Per spiegare un problema 
La lettera a lei indirizzata dal ministro Visco portava mediamente 62 parole da punto a punto. La sua risposta 37. Il suo articolo a cui voi vi riferivate 32 parole. E' noto che la brevità della frase è uno dei fattori di chiarezza (né il solo né il più importante) e perciò ognuno può tirare le conclusioni che vuole. 
Giorgio Gagliardi 
Padova 

 Tu quoque, Giorgio? Ho già risposto, mi sembra, nella lettera centrale. Ma questo diffuso desiderio, da parte dei nostri lettori, di brevità e chiarezza è uno dei pochi incoraggianti segni che mi offre questo sbrindellato Paese.