La rabbia del procuratore “Un bunker? Sì, colabrodo”

da La Repubblica del 24.6.98

SALERNO - “La fuga era prevedibile, quell’aula bunker è inadeguata, il ministero lo sapeva, anzi mi meraviglio che non sia successo prima. Sono amareggiato, forse qualcuno si illudeva che la camorra fosse stata sconfitta”. Brucia la rocambolesca evasione dei boss ergastolani, tormenta come una puntura di spillo il procuratore di Salerno, Luigi Apicella. Dopo la beffa, la rabbia. Anche perché i magistrati di Napoli, nei mesi scorsi, avevano segnalato al ministero
della Giustizia che Giuseppe Autorino e Ferdinando Cesarano, dopo aver ricevuto l’ergastolo con sentenza definitiva, erano “criminali irriducibili ad alto rischio di evasione”. Tenuti in isolamento in carcere per l’articolo 41 bis, i camorristi aspettavano solo l’occasione propizia per scappare. “Quei due potrebbero rimpiazzare il boss Mario Fabbrocino, la camorra vesuviana si riorganizza”, riflette il procuratore.
Molti tasselli, dunque, se messi insieme per tempo, potevano mandare all’aria il piano. Apicella non è il solo a denunciarlo. Il suo collega Luigi D’Alessio della Direzione distrettuale antimafia definisce l’aula bunker (o bucher, gli avvocati ormai la chiamano così) “una residenza estiva per
comode evasioni, una barzelletta”. Il tribunale è in fermento, il ministro della Giustizia Flick ha inviato gli ispettori. I penalisti minacciano lo sciopero, chiedono garanzie di sicurezza. “Ci sono responsabilità politiche gravissime, non è mai stata tenuta in conto la grave situazione della giustizia a Salerno”, protesta il presidente della Camera penale, Dario Incutti.  
Procuratore Apicella, se l’aspettava che prima o poi...
“Sì, perché dalla vecchia aula bunker, chiamiamola così, è facile scappare. È una struttura inadeguata, lo dimostrano i fatti, mentre noi aspettiamo da due anni la nuova aula blindata, costruita proprio accanto al carcere di Fuorni. È pronta ma spoglia, priva di arredi. Il ministero della Giustizia lo sa bene, riceve continue sollecitazioni dal mio collega Luciano Santoro, coordinatore della Dda”. Santoro ha scritto al Csm, ha consegnato un dossier alla commissione Antimafia: uno dei capitoli è dedicato proprio alle aule di giustizia.
Se l’aula è pronta, procuratore, perché non ve la consegnano?
“Vorrei saperlo anch’io. Ce l’ hanno solo mostrata, quindici giorni fa”.
Il ministro dell’Interno Napolitano ha sollevato dall’incarico il questore di Salerno.
“È una conseguenza naturale. Il controllo di sicurezza era affidato alla questura. Non mi risulta che di notte l’aula bunker e il terreno adiacente fossero sorvegliati, i complici dei camorristi hanno potuto agire indisturbati. È inammissibile, inspiegabile. Però...”.
Però? 
“Bisognava salire più in alto, oltre il questore, nell’accertamento delle responsabilità”.
Allude al ministro Napolitano?
“Non voglio personalizzare. Certo il ministero dell’Interno, l’ amministrazione in carica e le precedenti, dovrebbe interrogarsi sull’incremento delle forze di polizia a Salerno: non c’è stato. In questura ci sono cento posti scoperti, stiamo ancora aspettando gli agenti di rinforzo. Ho posto il problema fin dal novembre ‘96. Chiedendo anche di istituire posti di blocco sulla tangenziale di Salerno durante i processi di camorra”.
Su questo aspetto, quindi, è d’ accordo con il questore.
“L’aula bunker poteva essere sorvegliata dall’esercito, se la polizia da sola non ce la faceva. Solo per miracolo non c’è stato spargimento di sangue. In generale, le forze in campo contro la camorra sono inadeguate”.
A chi toccava la sorveglianza dei detenuti nell’aula?
“Agli agenti di polizia penitenziaria. Anche questo è un aspetto da approfondire”.
Sospetta una talpa?
“Stiamo vagliando tutte le ipotesi. Bisogna capire perché Autorino e Cesarano sono sta ti rinchiusi proprio in quella gabbia”.
Perché non avete utilizzato la videoconferenza? Non è stata un’imprudenza far trasferire i camorristi dal carcere di Secondigliano all’aula bunker di Salerno?
“La nuova legge sulle videoconferenze del dicembre ‘97 impone una procedura particolare, bisogna allacciare i collegamenti video con i vari istituti di reclusione, reperire il personale. Abbiamo avviato l’iter, non è ancora concluso”.