Mutui, accordo con le banche

da La Repubblica del 24.6.98

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ROMA - Buone notizie in arrivo per i titolari di mutui a tasso fisso stipulati quando il livello dei tassi era decisamente più alto, e che, stanchi di pagare interessi del 15-16%, oggi al limite del tasso “usura”, chiedono da tempo una rinegoziazione delle condizioni e la possibilità di sottoscrivere nuovi contratti senza pagare penali troppo onerose. 
Ieri, infatti, all’Abi è stato raggiunto un accordo tra le associazioni consumatori e un nutrito gruppo di banche, che consentirà di rinegoziare i mutui con forti sconti sulle penali inizialmente inserite nei contratti e sui tassi d’interesse.  I contenuti dell’accordo saranno resi noti ufficialmente domani dalle sette associazioni che da mesi hanno intavolato la trattativa (Acu, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Lega consumatori Acli, Movimento consumatori, Unione nazionale consumatori) e le 15 banche che hanno partecipato al confronto (Ambroveneto, Banca Mediocredito, Banca Sella, Bnl, Cab, Cariplo, Carisbo, Comit, Credit, Fonspa, Italfondiario, Mediovenezie banca, Monte Paschi Siena, Popolare di Novara, San Paolo Torino). 
Le soluzioni adottate sono comunque diverse e variano da istituto a istituto e a seconda del cliente e del mutuo a suo tempo stipulato. Non è stato infatti possibile trovare una soluzione unica per tutti, perchè le condizioni sono diverse anche per i mutui erogati da una stessa banca e perchè esistono differenze tra gli istituti di credito nel costo sostenuto per raccogliere i soldi necessari a erogare i prestiti-casa. Il punto fermo è comunque che ci saranno sconti sulle penali e sui tassi d’interesse. Sconti evidentemente giudicati buoni dalle associazioni consumatori che hanno deciso di sottoscrivere l’intesa dopo una trattativa accesa e serrata. Tra le associazioni che hanno firmato l’accordo, però, non figura l’Adusbef, guidata da Elio Lannuti, che nelle scorse settimane aveva polemicamente abbandonato le trattative perchè non convinta delle ipotesi allo studio. 
Intanto, sempre a proposito di casa, è esplosa l’ira dei sindaci italiani contro l’annunciata riforma delle tassazioni immobiliari messa a punto dal ministro delle Finanze, Vincenzo Visco.  Il responsabile economico dell’Anci, il sindaco di Bologna, Walter Vitali, intervenendo ieri a un convegno del Censis sul ruolo delle città nella prossima competizione economica europea, ha attaccato frontalmente il titolare delle Finanze:
“Mentre la legge 142 del ‘90 riconosce le città metropolitane e noi siamo ancora qui a discutere sul come farle - ha detto Vitali - ci troviamo un ministro delle Finanze che dice che bisogna rivedere completamente il sistema delle imposizioni immobiliari. C’è una profonda contraddizione - ha aggiunto - tra il modello politico che vogliamo darci e i risultati finanziari che si raggiungono. E’ vero, l’Ici è una tassa iniqua, ma è anche l’unica che consente alle città di far cassa. Da tempo diciamo che le leve fiscali vanno diversificate, e a questo punto non credo proprio che sia compito di un ministro intervenire su queste questioni”. 
L’ira di Vitali sul “suo” ministro (entrambi sono esponenti Ds) prende le mosse dall’ultima sofferta Finanziaria, che ha visto i comuni più volte sul piede di guerra per problemi di bilancio.  Problemi che sono nati - sottolinea il sindaco di Bologna - “per le argomentazioni subdole del ministero. Sostenere l’equazione più autonomia fiscale alle città uguale maggiore autonomia impositiva è subdolo, perchè rinvia il problema.  Visco - ha affermato Vitali - deve capire che la fiscalità locale significa maggiori trasferimenti alle città in rapporto alle prestazioni che producono”.