Caselli a muso duro sugli attacchi alle procure 'C'è stato un abnorme sterminio della verità' 

da Il Giornale di Sicilia del 24.11.99 

MILANO. Un 'sistematico, scientifico, abnorme sterminio della verita': per Giancarlo Caselli _ ex capo della procura di Palermo e ora direttore delle carceri _ questo viene oggi fatto nei confronti dei giudici di Palermo e dei sette anni di attività antimafia che vanno dalla strage di Capaci alla assoluzione di Andreotti. È quanto Caselli ha ribadito a Milano in un incontro organizzato dai Democratici su 'Giustizia e legalità tra riforme e restaurazione', presenti tra gli altri il pm del pool di Milano Piercamillo Davigo, Nando Dalla Chiesa e il giurista Vittorio Grevi. Caselli, a lungo applaudito, ha scelto, come lui stesso ha sottolineato, un intervento 'di basso profilo' a chiusura di un dibattito dal quale era emerso questo concetto: nei sette anni che vanno dalla strage di Capaci a oggi l'Italia delle istituzioni e della legalità è arretrata, al punto che con la riforma costituzionale sul giusto processo è stato ratificato uno vero e proprio scambio politico: le riforme in cambio del salvataggio di Cesare Previti e Marcello Dell'Utri. 'È così _ ha affermato Dalla Chiesa _, sull'articolo 111 c'è stato lo scambio: le riforme alla fine servono per salvare Previti e Dell'Utri. Sarebbe più onesto fare una legge che dice: "Gli onorevoli Previti e Dell'Utri non possono essere processati. Ma questa è l'Italia di oggi, un Paese che ha assunto Andreotti ben prima della sentenza, con la benedizione delle autorità morali e religiose per i suoi ottanta anni'. 'Purtroppo con quella frettolosa, avventata e sospetta riforma dell'articolo 111 _ ha proseguito Grevi _ i parlamentari non sanno quello che hanno fatto. perché questa riforma avrà effetti pesantissimi sulla riforma penale italiana. Una pagina grigia della nostra storia parlamentare'. Tesi condivisa da tutti i presenti, compresi i due magistrati che, limitandosi a esprimere pareri tecnici sugli effetti della riforma, hanno entrambi sottolineato questo pericolo: 'Con il giusto processo _ ha detto Davigo _ il rischio di paralisi è assoluto. Ma, paradossalmente, proprio per questo sono ottimista: ci sarà per forza di cose una reazione'. Caselli si è limitato a dire che 'non c'è Paese al mondo che, ispirandosi a un regime accusatorio, abbia poi tutti i gradi di giudizio che ha l'Italia'. Necessario dunque introdurre filtri. 'Certo è _ ha continuato _ che è in atto una tendenza a creare imputati con i "colletti bianchi" e imputati con la coppola storta'. Se questa 'tendenza' si è sviluppata è stato perchè oggi questi 7 anni vengono presentati come gli anni dello strapotere delle procure: 'Non solo è un sovvertimento della logica _ ha concluso _ è un sistematico sterminio della verità'. Solidarietà a Caselli 'per gli indegni attacchi cui è stato sottoposto' alle procure è arrivata da Davigo, a titolo personale e dell'intera Associazione nazionale magistrati. --