Ingegneri
a convegno sul futuro delle professioni
da Il Sole 24 ore del 25.5.99
MILANO — La riforma delle professioni è troppo importante per
poter essere delegata al Governo: è l’unico tema su cui erano d’accordo,
con più o meno enfasi, tutti i partecipanti al convegno «L’ordinamento
della professione dell’ingegnere: prospettiva italiana ed europea»
organizzato ieri a Milano dall’Ordine degli ingegneri di Milano. In ogni
caso, però, di libere professioni si riparlerà, almeno a
livello politico, dopo le elezioni europee.
Ennio Ciampoli, presidente della Consulta nazionale delle attività
intellettuali del Ppi, si è impegnato, dopo il 13 giugno, a spingere
il Governo affinché «chiami anche i responsabili degli Ordini
a partecipare alla contrattazione tra le parti sociali», a cui finora
non hanno, ingiustamente, partecipato.
Maria Grazia Siliquini, responsabile per le libere professioni di An,
ha rilanciato le accuse alla maggioranza su questo tema: «Vi è
un’impostazione che tende a sgretolare gli Ordini e che rappresenta una
vera e propria strategia della sinistra». Un approccio non condiviso
da Giacinto Militello, responsabile Ds per la riforma delle professioni
intellettuali: «Bisogna discutere sul futuro delle professioni, perché
la competizione ci sarà e sarà importante capire cosa fare
per essere competitivi e non solo difensivi». Giovanni Angotti, presidente
del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha mostrato di apprezzare invece
il modo in cui stanno andando le cose sul fronte della riforma delle professioni,
e ha espresso «soddisfazione per il nuovo atteggiamento del Governo
e della maggioranza, con un’apertura fuori dalle previsioni». In
ogni caso, come ha sottolineato il consigliere Giancarlo Giambelli, «una
sana riforma delle professioni deve essere frutto di un dialogo su dati
certi o almeno approfonditi tra le parti e su obiettivi precisi che mirino
al bene del Paese, al buon servizio per l’utente, al potenziamento di capacità
e di cultura dei professionisti».
M.Lib.
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