Di Pietro: solo due gradi di giudizio

da La Repubblica del 25.5.98

MILANO - C’è anche la voce di Antonio Di Pietro nel fronte che ritiene arrivato il momento di mettere in soffitta uno dei cardini del nostro sistema penale: la presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio e alla sentenza definitiva della Cassazione. Ieri l’ ex pubblico ministero ha reso nota la sua posizione nel corso di una manifestazione a Teramo del suo movimento “L’Italia dei valori”: pur spiegando di non avere preso ancora visione dei progetti in materia, e di non avere idee precise su come la riforma potrebbe essere attuata, il senatore dell’Ulivo si è detto convinto che “un doppio grado di giudizio sia sufficiente per le garanzie al cittadino. Io sono per le soluzioni che garantiscano celerità nei giudizi e più sicurezza in termini di pena”. Più in là, lo scopritore di Tangentopoli non è andato, evitando di addentrarsi nelle questioni tecniche, in particolare riguardo al ruolo della Cassazione, su cui si sta muovendo in questi giorni il dibattito sorto in seguito alle fughe di Licio Gelli e Pasquale Cuntrera.  L’ex capo di Di Pietro, Francesco Saverio Borrelli, aveva suggerito di subordinare il giudizio della Cassazione alla presenza dell’imputato