Per i legali partono dal ’99 le scuole di specializzazione 

da Il Sole 24 ore del 26.1.99

ROMA — Le scuole di specializzazione per le professioni legali partiranno dal 1999/2000, anche se non è ancora chiaro il valore del titolo ai fini dell’accesso alla “carriera” di avvocato e notaio. Di certo, le scuole di specializzazione costituiscono uno dei requisiti per il concorso di magistratura. Per quanto riguarda gli avvocati, tutto è rinviato al disegno di legge di riforma dell’ordinamento forense. Per i notai verrebbero “assorbiti” in ambito universitario i numerosi corsi di preparazione al concorso.  Le scuole di specializzazione sono state previste dalla legge Bassanini 2, la 127/97, e sono state disciplinate dal decreto legislativo 398/97. Ora è in drittura d’arrivo un altro tassello, cioè il regolamento per la loro istituzione e organizzazione. Il decreto del ministro dell’Università, acquisiti i pareri di tutte le parti e il concerto del ministero della Giustizia, è all’esame del Consiglio di Stato.
Per l’attivazione dei corsi c’è a disposizione una ventina di miliardi (fino al 2001). «Gli atenei — spiega il ministro dell’Università, Ortensio Zecchino — dovranno consorziarsi per garantire una copertura uniforme su tutto il territorio nazionale: è impossibile pensare che ogni università istituisca una scuola. In molte facoltà di giurisprudenza è particolarmente acuta la carenza di professori e i corsi di specializzazione imporranno di razionalizzare l’utilizzo dei professori a seconda dei carichi di lavoro.  Inoltre, saranno conferiti contratti annuali a magistrati, notai e avvocati, anche a riposo da non più di cinque anni».
Le scuole saranno rette da consigli direttivi, in cui siederanno non solo i professori universitari, ma anche i rappresentanti delle professioni legali.  I corsi biennali avranno un primo anno comune alle tre professioni, mentre il secondo si articolerà negli indirizzi giudiziario-forense e notarile. La frequenza sarà obbligatoria: in calendario ogni anno 500 ore di attività didattica, di cui almeno il 50% dedicato ad attività pratiche, stage e tirocini. Il passaggio dal primo al secondo anno e l’ammissione al diploma finale saranno subordinati al giudizio positivo sullo studente.  Il numero di laureati in giurisprudenza da ammettere alle scuole sarà determinato ogni anno: l’accesso avverrà mediante concorso annuale per titoli ed esami e le prove si terranno contestualmente in tutte le sedi. La selezione sarà effettuata sulla base di questiti a risposta multipla su argomenti di diritto civile, penale, amministrativo, procedura civile e penale. La valutazione avverrà in 60/60: le prove d’esame avranno in dote 50 punti; gli altri saranno attribuiti dal voto di laurea e dal curriculum universitario.
M.C.D.