Giudice unico, il ministero punta sulla capacità dei capi degli uffici 

da Il Sole 24 ore del 26.5.99

ROMA — Un grande sforzo ai capi degli uffici giudiziari. «Gravoso ma non impossibile». Lo chiede una circolare del ministero della Giustizia emanata insieme al decreto legge che ha fatto slittare al 2 gennaio 2000 l’efficacia del giudice unico penale. Intanto, il 2 giugno prossimo, entrerà in vigore la parte ordinamentale della riforma: vale a dire che le Preture e le sezioni distaccate di Pretura verranno soppresse e unificate ai Tribunali (e così le Procure). Verrà accorpato, nei limiti del possibile, il personale amministrativo; nuove regole si applicheranno all’iscrizione degli "affari" civili e penali. Dal 2 giugno in poi, insomma, la progressiva e lenta messa a punto della riforma «epocale» della nostra giustizia comincerà un cammino lento e graduale.
La circolare con le indicazioni tecniche ai capi degli uffici — Presidenti di corti d’appello e Procuratori generali della Repubblica — è stata pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 119 del 24 maggio, la stessa che contiene il decreto legge (n. 145/99) che ha fatto slittare l’appuntamento con il giudice unico penale in attesa che il Parlamento vari la riforma del processo davanti al giudice monocratico. Il nuovo giudice penale, infatti, deciderà in alcuni casi (pochi) in composizione collegiale come l’attuale Tribunale e in altri (la maggior parte) in veste monocratica come l’attuale Pretore. Per ora è solo la nuova competenza a slittare mentre gli uffici saranno unificati.
«L’unificazione — si legge nella circolare — che comporta la soppressione di 165 Preture circondariali e di 100 Procure presso le Preture, la chiusura di 203 sezioni distaccate di Pretura, e la trasformazione di altre 218 di esse in ben più consistenti sezioni distaccate di Tribunale, rappresenta la prima razionalizzazione del reticolo giudiziario e una concentrazione delle limitate risorse umane e materiali disponibili, al fine di accrescere l’efficienza e la fiunzionalità del sistema giudiziario». Queste innovazioni richiedono «un grande impegno di intelligenza e di lavoro» e chiamano in causa «la capacità progettuale e organizzativa di quanti, a tutti i livelli, hanno la responsabilità di assicurare il buon andamento degli uffici». Il compito, prosegue il ministero, «è certamente gravoso ma è stato e sarà affrontato con la convinzione della necessità e della doverosità di uno sforzo straordinario ma possibile».
Il provvedimento ricorda quindi i criteri per stabilire quali dei procedimenti pendenti proseguono con le vecchie norme e quali con le nuove; sottolinea che la comparazione tra le aggravanti e le attenuanti per la dichiarazione anticipata dell’eventuale prescrizione del reato e l’estinzione del processo vale dal 2 giugno prossimo; invita gli uffici a stabilire quei criteri di priorità nella trattazione degli affari pendenti che dovranno poi essere comunicati («tempestivamente») al Csm. La circolare ribadisce anche che il termine per adottare le nuove tabelle non dovrà superare il 2 gennaio del nuovo millennio.
Sarà soprattutto nel settore dei servizi — nella distribuzione e assegnazione del personale amministrativo degli uffici unificati — che i capi degli uffici dovranno avere inziative "manageriali": dovranno cercare e attuare «le soluzioni più idonee» che il ministero rimette alla loro capacità.
Roberta Miraglia