Sarno:
la rivolta degli avvocati approda in Parlamento
da Il Mattino del 26.5.99
ANTONIO ORZA
Avvocati sempre sul piede di guerra. Potrebbero presto passare dalle
parole ai fatti se nei prossimi giorni nulla dovesse cambiare. Anche perché
i tempi stringono, visto che la chiusura della Pretura è prevista
per il 2 giugno prossimo.
Intanto il caso-Sarno approda in Parlamento. In un'interrogazione parlamentare
al ministro di Grazia e Giustizia, Oliviero Diliberto, l'onorevole Roberto
Manzione chiede che la Pretura non sia soppressa ma venga piuttosto trasformata
in sezione distaccata del Tribunale di Nocera Inferiore.
La richiesta del deputato salernitano fa seguito alla dura protesta
degli avvocati sarnesi che da giovedì scorso sono in stato di agitazione
perché Sarno rimanga sede permanente di presidio giudiziario. Manzione
sollecita il Guardasigilli a rivedere il giudizio di soppressione della
Pretura, e ad istituire la sezione distaccata del giudice unico di primo
grado, in considerazione anche dei tragici eventi di un anno fa.
Gli scenari cambiati
Nell'interrogazione Manzione evidenzia, inoltre, che quando fu disposta
la soppressione della struttura giudiziaria, non c'era stato ancora il
grave disastro ambientale che provocò la morte di 137 persone. E
che nel luglio '98, con un ordine del giorno sottoscritto da quasi tutti
i gruppi parlamentari (primo firmatario Manzione), fu chiesto al Governo
di centrosinistra, presieduto allora da Romano Prodi, di riconsiderare
i criteri che avevano portato alla decisione di sopprimere la sede giudiziaria
sarnese distaccandola a Nocera Inferiore.
Dice Manzione: «Quando tale scelta fu adottata, tenendo conto
dei criteri previsti (numero di abitanti, difficoltà di collegamenti,
indice di contenzioso), non si era ancora verificata la tragedia del 5
maggio. Ricordo che nella seduta parlamentare del 28 luglio '98, il sottosegretario
alla giustizia, Franco Corleone, si impegnò a nome del Governo a
riesaminare i criteri di soppressione delle Preture. Oggi faccio appello
a quell'impegno affinché lo Stato dimostri di essere presente in
maniera concreta, in quanto Sarno, dopo il disastro del 5 maggio, assume
una valenza simbolica».
Non c'è tempo da perdere. L'istituzione del giudice unico di
primo grado in sostituzione delle vecchie Preture, prevista dal decreto
legge 180/98, entrerà in vigore il 2 giugno prossimo. Giacché
i tempi stringono, Manzione ricorda al ministro Diliberto che il Governo
Prodi si era impegnato, nel luglio scorso, a «rivedere i criteri
e a riesaminare gli errori che si sono verificati in alcuni casi. Questo
impegno, adesso, signor ministro, è nelle sue mani. Conoscendola,
sono convinto che saprà debitamente onorarlo, recependo le istanze
di tutta una comunità duramente provata che pretende dallo Stato
una prova tangibile di sensibilità e attenzione».
Il comitato di lotta
È stato costituito, intanto, un gruppo di lavoro sulla questione,
composto dagli avvocati Giuseppe Strianese (che ne è il coordinatore),
Maria Rosaria Aliberti, Giuseppina Benevento, Marina Ciniglia, Francesco
Paolo Laudisio, Maria Odierna, Antonello Manuel Rega.
Obiettivi del comitato: sensibilizzare la cittadinanza, coinvolgere
le autorità e le istituzioni competenti, individuare eventuali forme
di proteste in mancanza di risposte soddisfacenti.
Gli avvocati ribadiscono la necessità di mantenere nella cittadina
dell'Agro un presidio giudiziario, visto che esistono tutti i requisiti
di legge, tra i quali il bacino di utenza (50 mila abitanti) e la notevole
mole di cause penali e civili. «Condizioni che, da sole, giustificherebbero
la permanenza della struttura giudiziaria, tenuto conto che altre realtà
territoriali sono state diversamente considerate».
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