"Vigna
ha torto no a superprocure"
da La Repubblica del 26.5.99
di DANIELE MASTROGIACOMO
ROMA - "Procura nazionale antiterrorismo? Per carità... Sono
contario, fermamente contrario. La sua costituzione getterebbe le basi
di un discorso pericolosissimo che finirebbe poi per centralizzare e gerarchizzare
la funzione del pubblico ministero. Con tutte le conseguenze che ne derivano".
La prima reazione alla proposta del procuratore nazionale antimafia, arriva
da un magistrato di punta nella lotta al terrorismo. Oggi consigliere del
Csm, Armando Spataro negli anni 70 e 80 è stato tra gli artefici
di quel coordinamento nella battaglia contro il partito armato, assunto
a modello poi nei pool antimafia di Palermo.
Perché contrario, consigliere Spataro?
"Con il massimo rispetto per Piero Luigi Vigna, sono convinto che l'
idea di costituire una procura nazionale antiterrorismo sia del tutto inutile.
Inutile e pericoloso. Si metterebbe in discussione l'autonomia investigativa
del pm".
Davanti alle emergenze si chiede maggiore coordinamento, forse oggi
un po' carente.
"Guardi, il coordinamento è esistito sin dal tempo del terrorismo.
A partire dal sequestro di Aldo Moro. Non esisteva una struttura centralizzata.
Fummo noi magistrati, impegnati in prima linea nelle indagini, ad organizzarci
e a coordinarci. Il risultato fu molto efficace. E questo sebbene non esistesse,
a differenza di oggi, una norma procedurale e funzionale che lo prevedesse".
Come si svolgeva il lavoro?
"Ci coordinavamo autonomamente. Ricordo che i colleghi Ayala e Falcone
partecipavano ad alcune delle nostre ultime riunioni per vedere come si
svolgeva il lavoro. E debbo dire che abbiamo lavorato bene. I risultati
ottenuti, del resto, sono anche merito di questa scelta".
Come vi eravate organizzati?
"Esisteva la specializzazione del pubblico ministero, dei giudici istruttori
e degli organi investigativi. Ed era diffusa su tutto il territorio nazionale".
Lei accennava ai rischi di una superprocura antiterrorismo...
"La Direzione nazionale antimafia è un organo a cui la legge
affida il compito di divulgare le notizie che attinge dalle diverse distrettuali.
Non quello di promuovere l'azione penale. Se invece le attribuiamo compiti
di accentramento anche nelle indagini si correrebbe un rischio di accentrare
e gerarchizzare il ruolo del pubblico ministero. Non mi stupirei, allora,
di trovarmi, nel tempo, una superprocura sulla corruzione, una superprocura
sull'usura. Insomma, un superprocuratore per ogni materia penale rilevante".
Un timore eccessivo, non le pare?
"Noi abbiamo vinto il terrorismo, in piena emergenza, con gli strumenti
ordinari della legalità e con le specializzazioni. Senza bisogno
di alcuna struttura centrale".
Ma un momento di coordinamento centrale è pur sempre necessario.
"Certo. Ma se proprio vogliamo, la struttura già esiste. Le
Direzioni distrettuali antimafia potrebbero ospitare anche l'antiterrorismo.
Esse per legge sono il vero fulcro del coordinamento. Dietro questa proprosta,
al di là dei validi meriti di Vigna, c'è uno scontro culturale".
Di che natura?
"Si sa che il pm è una figura su cui si concentrano molte attenzioni.
E il rischio di un suo controllo da parte di altri poteri istituzionali
dello Stato è lampante. Con una superprocura che svolge l'esercizio
dell'azione penale, in modo centralizzato e gerarchizzato, presto ci troveremmo
con un superprocuratore magari nominato da un Csm riformato, a sua volta
eletto secondo una composizione diversa".
Un modo di arrivare per vie diverse a sottoporre il pm sotto il controllo
dell'Esecutivo?
"Lei che dice?".
|