Spataro: «No a una superprocura»

da Il Corriere della sera del 26.5.99

MILANO - «Una superprocura anti-terrorismo? No, io sono contrario. Primo perché non serve, secondo perché sarebbe uno strappo inaccettabile: e lo stesso Vigna dovrebbe saperlo». Parola di Armando Spataro, nome storico della magistratura milanese contro le Br prima e la 'ndrangheta poi. E dai banchi del Csm, dove siede ora, Spataro spende tutta la sua autorevolezza per dire no al superprocuratore antimafia Vigna, al procuratore fiorentino Fleury, e al senatore dei ds Pellegrino: che l'idea della superprocura anti-eversione l'aveva lanciata per primo. «Qui non si discute - dice - dell'importanza del coordinamento, ma di una struttura centralizzata che dal coordinamento possa passare a compiti di direzione investigativa». 
Ebbene? 
«Negli anni di piombo il coordinamento ci fu spontaneamente. E i magistrati sanno coordinarsi anche oggi, senza che nessuno lo imponga dall'alto». 
Ma non potrebbe, anziché un'imposizione, essere uno strumento in più? 
«Vigna stesso, mio maestro, sa bene che gli strumenti vincenti contro il terrorismo, dalla fine degli anni 70, furono altri: e cioè (a parte i pentiti) la specializzazione e le competenze diffuse sul territorio. Qualunque centralizzazione, al contrario, è sempre un rischio»». 
Perché? 
«Perché comporta sempre un "vulnus", una ferita per l'indipendenza del pm». 
Anche maggiore scambio di informazioni... 
«Certo. Ma il rischio è di creare, in ogni settore rilevante dell'intervento penale, strutture verticistiche che potrebbero essere usate in futuro, con l'uomo giusto al posto giusto, per controllare gli uffici di procura del Paese». 
P.F.,