Casse, il «jolly» del patrimonio 

da Il  Sole 24 ore del 27.11.99

ROMA — La garanzia delle pensioni dei professionisti sta nel patrimonio netto delle Casse, che tra il 1994 e il 1998 è complessivamente aumentato del 48,8%, superando i 22.500 miliardi. E per la generalità delle Casse, con l’eccezione di veterinari e Inpgi, il patrimonio netto è sufficiente a coprire gli importi delle pensioni correnti, moltiplicati per cinque annualità (si veda la tabella).

La riserva legale, prevista dal decreto legislativo 509/94, è solo un elemento — dicono all’Adepp, l’Associazione delle Casse private — per valutare lo stato di salute degli enti. Nel patrimonio netto, infatti, confluiscono gli avanzi di gestione, che vengono "stratificati" in riserve indisponibili, anche se tecnicamente non vengono imputate alla riserva legale.

Tanto più che la legge 449/97 impone che la riserva legale sia commisurata a cinque annualità delle pensioni pagate nel 1994. La prescrizione — contenuta nella lettera del ministro del Lavoro, Cesare Salvi — di una riserva legale rapportata alle cinque annualità correnti non ha base normativa (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri).

L’andamento positivo nella gestione degli Casse è testimoniata dal fatto che tutte hanno aumentato il patrimonio netto nel periodo 1994-1998: si va dal 19,9% per la Cassa geometri all’87,43% per quella dei ragionieri, fino al 123,56% per l’Enpav (veterinari) e al 153,4% per l’Ente del notariato. Tuttavia, per alcuni Enti (Inpgi e Enpav), nonostante il miglioramento, la situazione rimane di debolezza.

Al di là dei dati resi noti ieri dall’Adepp e dall’accento posto sul patrimonio netto, alcune Casse hanno fatto rilevare discrasie rispetto ai dati forniti alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti previdenziali e assistenziali e quelli "normalizzati" e pubblicati nella relazione 1999 della Commissione. Senza contare che alcune difficoltà nascono dall’uso equivoco dei termini.

Inarcassa ha precisato che la riserva legale, per statuto, equivale al patrimonio netto: questo a fine 1998 ammontava a 3.025 miliardi a fronte di una spesa per pensioni, sempre lo scorso anno, pari a 243,7 miliardi, mentre nel 1994 questo indicatore era di 161,5 miliardi. «I numeri — spiega Paolo Caron, direttore generale di Inarcassa — indicano che il patrimonio attualmente gestito dall’Ente corrisponde a 18,7 annualità della spesa per pensioni sostenuta nel 1994 e, comunque, a 12,4 annualità della spesa per pensioni 1998».

La relazione della Commissione, inoltre, non riportava la riserva legale della Cassa ragionieri, che ieri ha comunicato di avere un patrimonio netto 1998 di 1.063 miliardi. Le cinque annualità di pensioni riferite al ’94 corrispondono, è spiegato in un comunicato, a 205 miliardi, mentre l’ammontare del parametro sulle prestazioni pensionistiche su base 1998 è pari a 360 miliardi. «La differenza tra patrimonio e le cinque annualità di pensioni per il 1998 — afferma il presidente della Cassa, Luciano Savino — è di ben 703 miliardi. La Cassa non teme per la propria sopravvivenza, avendo dimostrato in questi anni di poter gestire correttamente la previdenza dei propri iscritti. La preoccupazione, invece, nasce dalle continue interferenze nell’autonomia dell’Ente».

Ieri ha preso posizione anche il presidente della Commissione parlamentare, Michele De Luca, esprimendo soddisfazione per le direttive di Salvi sulla formazione dei bilanci tecnici: prescrizioni che vanno nella direzione sempre indicata dalla Commissione. E De Luca chiede che si traducano in iniziative legislative coerenti, «eventualmente in forma di emendamento alla Finanziaria, durante la discussione alla Camera».

«Per assolvere la funzione di garanzia — sostiene De Luca — le riserve tecniche, pari a cinque annualità di pensioni, devono essere commisurate dinamicamente all’ammontare variabile delle pensioni complessivamente erogate ogni anno da ciascun Ente. Il pagamento delle pensioni che sono dovute nel 1999, come in anni successivi, non può infatti essere garantito dall’importo, notevolmente inferiore, di riserve commisurate a cinque annualità di trattamenti riferiti al 1994». 

Per De Luca, la riserva tecnica calcolata sulle cinque annualità di pensioni correnti «non comporta il paventato rischio circa la sopravvivenza degli enti previdenziali privatizzati. Gran parte di essi ha già costituito riserve pari o superiori, in alcuni casi di molto, a cinque annualità di pensioni in essere, mentre gli altri enti dispongono di risorse sufficienti per adeguare, sia pure gradualmente, le proprie riserve alla misura prospettata».

Maria Carla De Cesari