Paissan: «Il centrosinistra sbaglia» 

da Il Messaggero del 28.6.99

ROMA - «Il centrosinistra sbaglia a ritardare l'approvazione della riforma costituzionale sul giusto processo, sbaglia a condizionarne l'esame al destino delle altre riforme». Lo afferma Mauro Paissan, capogruppo dei Verdi alla Camera, auspicando che nel vertice dei capigruppo di maggioranza convocato dal governo per domani, il ministro per le Riforme, Antonio Maccanico, «dica finalmente una parola chiara a norme del governo» su questo tema. 
«I Verdi - dice Paissan - tornano a chiedere ai loro alleati di non ostacolare l'iter di un provvedimento che è in sè positivo. Ci pare inutilmente masochista lasciare al Polo la bandiera della giustizia giusta. Quella riforma - sottolinea il capogruppo dei Verdi - non è della destra, è di tutto il Parlamento e non può divenire oggetto di baratto con altri provvedimenti».
Ma la paralisi del sistema giustizia paventata dopo l’annuncio dello sciopero degli avvocati penalisti (24 giorni a luglio) per protesta contro il rinvio della riforma del giusto processo, potrebbe ripetersi anche in settembre per lo sciopero dei giudici di pace. 
La giunta esecutiva dell'Associazione nazionale dei giudici di pace, riunitasi a Torino, si è appellata al capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, per manifestargli «il diffuso malessere» della categoria, e ha annunciato astensioni dal lavoro dal 15 settembre a fine mese.
L’Associazione in un documento afferma che ai cittadini non è garantito «il concreto accesso alla giurisdizione e alle sedi conciliative» e che i giudici di pace sono «discriminati rispetto ad altre categorie di magistrati onorari». Tutto ciò mentre «nel contempo si profila l'attribuzione ai giudici di pace di nuove gravose competenze su cui nè il Parlamento, nè il Governo hanno manifestato disponibilità ad offrire un'occasione di approfondimento e di dialogo».
«Incomprensibilmente - concludono i giudici di pace - il ministro della giustizia non ha neppure ritenuto di dare riscontro alle ripetute richieste di incontro formulate dalla giunta su mandato dell'assemblea generale».