Primo sì anche a Montecitorio - Sospeso lo sciopero dei penalisti 

da Il Sole 24 ore del 28.6.99

ROMA — Per i princìpi del "giusto processo" l’ingresso in Costituzione è ormai a portata di mano. Ieri sera alle venti la Camera a larghissima maggioranza (ma con poco più della metà dei deputati presenti: 376 sì, 7 no e l’astensione dei Democratici) ha infatti approvato senza modifiche i cinque commi che arricchiranno l’articolo 111 della Costituzione. A strettissimo giro d’agenzia le Camere penali, come promesso, hanno annunciato la sospensione della lunga astensione iniziata l’8 luglio. Sospensione tuttavia poco più che simbolica, perché per motivi tecnici scatterà solo a partire da giovedì, e sabato sarebbe comunque arrivata al capolinea.
Ad ascoltare il dibattito parlamentare si dovrebbe dire che, se fosse una sentenza anzichè una legge costituzionale, il "giusto processo" sarebbe una sentenza suicida, almeno per la maggioranza: lunghe dichiarazioni di voto per descrivere le buone ragioni degli emendamenti, l’obiettivo di ricondurvi molti princìpi tralasciati dal testo del Senato eppure già presenti nelle proposte della commissione per le Riforme costituzionali, l’intenzione di riscrivere meglio alcune parti tecnicamente deboli. Poi, dopo le attestazioni di apprezzamento e di stima del relatore Soda e del neopresidente della commissione Affari costituzionali, Cananzi, i proponenti ritiravano gli emendamenti.
Anche questo procedere non è privo di ragioni: lasciar traccia, negli atti parlamentari, di una sorta di «interpretazione autentica» di ciò che è scritto e, soprattutto, di quel che non è scritto, affinché sia ritenuto implicito. Tutto ciò almeno fino a quando, con le ulteriori proposte costituzionali già preannunciate dal relatore Soda, non sia possibile pervenire a un assetto definitivo che affianchi, al contraddittorio tra le parti, alla terzietà del giudice e alla ragionevole durata del processo, l’oralità, la concentrazione e la pubblicità del processo, peraltro molto controversa, quest’ultima, perché v’è chi teme che possa confliggere con la brevità.
C’è poi un lungo comma che descrive i diritti da assicurare alla persona indagata e poi imputata, al quale si sarebbe voluto aggiungere un più espresso riferimento alla difesa dei non abbienti e al gratuito patrocinio; ma anche per questo si provvederà un’altra volta, forti anche di un ordine del giorno Pisapia, non votato solo perché accolto, per il Governo, dal sottosegretario Marianna Li Calzi.
Agli interventi un po’ immusoniti della maggioranza, che nelle dichiarazioni di voto il numero due dei Ds, Folena, ha cercato di rincuorare, hanno corrisposto le soddisfatte dichiarazioni del Polo, che tuttavia ha evitato di infierire. Anche il ministro guardasigilli Diliberto, in viaggio per Pescara, ha trasmesso la sua soddisfazione per un voto che certo premia la politica del dialogo da lui perseguita.
Angelo Ciancarella