‘Dirigente non è solo quello che comanda’ La Cassazione boccia un’azienda di Ragusa

da Il Giornale di Sicilia del 29.12.98

ROMA. La Cassazione innova le qualifiche del ‘moderno management’ e rompe con ‘la tendenza dei giudici ad una definizione elitaria della dirigenza’ riconoscendo l’ambita qualifica non solo a chi ‘gerarchicamente’ è un ‘capo’ ma a quanti, nelle imprese, svolgono il lavoro ‘sul piano della qualità, autonomia e discrezionalità delle mansioni affidate’, pur senza ‘comandare’ nessuno. 
Perchè nell’impresa di fine millennio il ‘baricentro dell’attività dirigenziale’ si è spostato dal piano della ‘supremazia gerarchica’ a quello della ‘elevata specializzazione’ e della ‘collaudata esperienza’ che incidono sui risultati prefissi. Così la Suprema Corte ha
rigettato il ricorso di una industria siciliana che non voleva inquadrare come manager un dipendente asserendo che l’uomo, per sua ammissione, aveva sempre ricevuto ‘direttive su ogni questione’ e quindi non era un ‘capo’. Ma per i supremi giudici è ‘ormai minoritario, se non del tutto abbandonato, l’orientamento che tendeva a dare una nozione restrittiva del dirigente, considerandolo un ‘alter ego dell’imprenditore’. Invece, nella realtà, ‘gli assetti organizzativi sono caratterizzati da una pluralità di dirigenti, distribuiti nell’alto, medio e basso management’ e il ‘titolo’ dirigenziale spetta ‘non solo a chi impartisce le scelte strategiche ma anche a chi le attua, nell’ambito di un diffuso decentramento dei poteri decisionali’. In prima istanza la causa era stata trattata davanti al pretore giudice del lavoro di Ispica ed in seconda al tribunale di Modica. A promuoverla era stato Emanuele Beelluardo, di Pozzallo, ex dipendente della ‘Vincenzo Di Rosa Srl’, che commercializza prodotti agricoli. Gli
stabilimenti della società si trovano sulla strada provinciale Ispica- Pozzallo, in contrada Grassolongo. La ‘Di Rosa’ è tra l’ altro specializzata nei prodotti dell’ortofrutta coltivati con metodi biologici.