Giustizia, a Termini un’isola felice 

da Il Giornale di Sicilia del 29.12.98

Dal nostro inviato 
TERMINI IMERESE. Avete una questione giudiziaria civile e volete risolverla in meno di due anni? Se non ci abitate già, non vi resta che trasferirvi in quella metà della provincia di Palermo su cui è competente il tribunale di Termini Imerese, in predicato di ‘coprire’ un territorio ancora più esteso, pari ai due terzi del totale. È qui, a Termini, che è stato
realizzato un piccolo miracolo, per i tempi biblici della Giustizia civile italiana: se altrove ci vogliono fino a 10 anni per un grado di giudizio, qui ne bastano meno di due per chiudere una lite in tribunale. La media è di 1.138 procedimenti definiti in un anno, un piccolo record, soprattutto se si tiene presente che le nuove cause iscritte ogni dodici mesi sono 1.086. Dunque a Termini ogni anno si chiudono più cause di quante non se ne aprano. Certo, le eccezioni non mancano e anche nella cittadina a 35 chilometri da Palermo ci sono processi civili che vanno avanti da anni: e infatti il presidente del tribunale, Giuseppe Barcellona,
62 anni, in magistratura da 35, parla di tempi medii e precisa che la celerità vale soprattutto per le cause iscritte dal ‘95 a oggi, cioé quelle che si celebrano col rito previsto dal nuovo codice di procedura civile. ‘Per le vecchie cause _ spiega il presidente _ ci vorrebbero i giudici aggregati delle cosiddette sezioni-stralcio. Palermo ne ha undici, il numero più alto d’Italia, noi nemmeno uno’. Ma non sente il bisogno dei giudici aggregati, però, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini, Liborio Sabatino: ‘Abbiamo il ruolo dei magistrati completo. Ci siamo trovati in situazioni disperate, in passato, e oggi posso
dire che il lavoro va avanti, i rinvii sono contenuti, una causa civile si chiude davvero nel giro di massimo un paio d’anni’. Anche per Sabatino, dunque, Termini Imerese resta una piccola isola felice, nel panorama complessivo di una Giustizia assillata da sempiterne carenze di organico, di mezzi, di strutture, persino di stanze. Qui la situazione non è drammatica, ma, ricordano il presidente Barcellona e il procuratore della Repubblica Francesco Messineo, 52 anni, magistrato dal 1970, i problemi non mancano. Qualche esempio? Il Palazzo di giustizia è di nuova costruzione, anche se di antico concepimento: la progettazione risale infatti agli anni ‘70 e dunque andava bene per un tribunale di vent’anni fa; la realizzazione è poi andata avanti tra mille intoppi, che hanno consentito di occupare il nuovo edificio, ancora parzialmente incompleto, solo nel 1995. Oggi le stanze, le aule e gli ambienti sono pochi, rispetto alle nuove esigenze. Così c’è già un altro edificio in costruzione, ma i lavori sono fermi, per le difficoltà economiche dell’azienda che lo stava realizzando, la Comil di Catania. ‘Sappiamo che sarà completato in non meno di due anni _ dice Messineo _ e questa nuova palazzina è divenuta ormai essenziale, per noi. Noi, in Procura, per adesso abbiamo gli assistenti nelle stanze dei magistrati. Il paradosso è che avremmo bisogno di aumenti di organico, soprattutto con la prospettiva dell’istituzione del Giudice unico. Ma se ci dessero le persone che chiediamo, senza assegnarci nuovi spazi, non sapremmo dove sistemare i nuovi arrivati’. Oltre al Giudice unico è prevista anche l’istituzione del tribunale metropolitano di
Palermo; un’iniziativa, questa, che porterebbe a una riduzione dell’estensione del circondario del capoluogo e, parallelamente, ad un consistente aumento del territorio del tribunale di Termini Imerese, che verrebbe ad inglobare anche Corleone e parte del territorio di Bagheria. Ma c’è un progetto _ avversato da molti avvocati bagheresi _ che prevede che pure la zona urbana di questa cittadina ricada nel circondario termitano. La data di questa ‘rivoluzione’ è fissata per il 2 giugno prossimo. Bagheria sì o Bagheria no? A favore è il presidente Barcellona: ‘Noi riusciamo a garantire una migliore risposta di giustizia, perché si lavora in un ambiente più ristretto e l’attività giudiziaria scorre meglio’. Non prende posizione invece il presidente dei legali, Sabatino, che ricorda comunque i problemi lamentati dai colleghi bagheresi: ‘In generale noi siamo favorevoli all’allargamento del territorio.
Devo dire che gli avvocati a Palermo vanno in tribunale, ma possono pure andare negli altri uffici in cui si svolge il loro lavoro’. 
Chissà, però, se con il sostanziale raddoppio della popolazione soggetta alla competenza del tribunale (comprendendo anche Bagheria, si passerebbe dalle attuali 200 mila persone a 380 mila), Termini Imerese conserverebbe l’attuale apparenza di isola felice, chissà se le cause civili durerebbero meno di due anni come avviene attualmente, chissà se anche il penale riuscirebbe a mantenere i soddisfacenti livelli attuali. Certo, come dicono Messineo e Barcellona, ampliando il territorio sarebbe indispensabile un proporzionale aumento degli organici. Anche adesso il procuratore ha un ufficio in cui manca un sostituto e un altro (Aldo De Negri) ha già ottenuto la nomina a Palermo. In Procura l’organico teorico è di un capo e sette sostituti, ma attualmente i pm sono sei e, senza De Negri, saranno due meno del previsto. ‘Qui vengono magistrati di prima nomina _ dice Messineo _ che arrivano quasi tutti da fuori Sicilia e che spesso vogliono tornare subito a casa. Il turn over è continuo. Da
quando io sono qui, cioé da ottobre del 1994, i sostituti sono cambiati tutti, a parte il solo De Negri’. Il problema è comune anche al tribunale. L’ufficio inquirente è ‘promiscuo’, nel senso che si occupa di indagare e rappresentare l’accusa sia in tribunale che in pretura. Ci sono pochi impianti di intercettazione: di fronte al ministro della Giustizia Oliviero Diliberto, venuto in visita a Palermo, Messineo ha detto che non si riuscì a far scattare intercettazioni a tappeto, dopo l’omicidio del sindacalista Domenico Geraci, avvenuto a Caccamo l’8 ottobre, perché gli impianti non erano sufficienti. Un sistema informatico all’avanguardia, che
Messineo considera invece un fiore all’occhiello della sua gestione, consente al procuratore di sciorinare le cifre, aggiornate agli ultimi minuti, sui carichi di lavoro dell’ufficio: fino a metà dicembre, quest’anno, per ciò che riguarda i reati di competenza del pretore, sono stati iscritti 7.419 nuovi procedimenti, fra indagini a carico di persone note (3.404) e ignote (3.573). Ci sono poi 442 fascicoli relativi ad assegni e 1.068 iscrizioni di ‘fatti non costituenti reato’, che possono tradursi in inchieste vere e proprie se, dopo le prime verifiche, si appura che sono penalmente rilevanti. In Pretura ci sono udienze già fissate per l’8 giugno del
2000 (nella sezione distaccata di Cefalù) e al 2 ottobre dello stesso anno a Termini Imerese. L’esistenza di sezioni distaccate crea problemi soprattutto per seguire le udienze: ‘Ci danno una mano i viceprocuratori onorari _ dice Messineo _. Con la riforma la Pretura verrà abrogata, sarà mantenuta Cefalù come sezione distaccata del tribunale e sarà abolita la sede di Polizzi Generosa’. E a questo proposito Liborio Sabatino sollecita l’accorpamento di Polizzi a Termini e non a Cefalù, come invece è previsto dal progetto di riforma: ‘C’è un problema di collegamenti viari e di servizi, di uffici di cancelleria che ci sono a Termini e
non a Cefalù. Noi non vediamo affatto di buon occhio questa soluzione’. I procedimenti aperti dal primo gennaio a ora e che riguardano reati di competenza del tribunale sono invece quasi duemila (1.832). A queste cifre vanno aggiunti i procedimenti già pendenti ed ereditati dagli anni passati: 5.000 per la Pretura, 900 per il tribunale. Lo ‘smaltimento’ (con richieste di archiviazione o di rinvio a giudizio), ogni sei mesi, è nell’ordine del 30-40 per cento dei nuovi procedimenti. In tribunale, nella sezione penale presieduta da Fabio Marino, arrivano mediamente 130 nuovi processi all’anno. I giudici ne definiscono 148 in un anno, tenendo
200 udienze all’anno. Ferie, domeniche e festivi esclusi, le udienze sono sei alla settimana: una al giorno. Media ancora più intensa per i giudici delle indagini preliminari: loro, in due, tengono 300 udienze ciascuno e definiscono 975 dei 1.092 procedimenti sfornati dalla Procura. I giudici, tra gip e collegio, sono 11 sugli 11 previsti dall’organico. Cifre che confermano l’eccezione-Termini. Ma c’è anche una vera e propria emergenza, che guasta un po’ l’atmosfera da isola felice: è la carenza del personale amministrativo del tribunale. Barcellona l’ha fatto presente anche agli ispettori del ministero della Giustizia, che qualche mese fa hanno visitato, come avviene ogni quattro anni, la struttura giudiziaria. E gli ispettori hanno riportato i concetti nella loro relazione. ‘Fra Procura, Pretura e tribunale abbiamo il rapporto personale-magistrati più basso d’Italia _ dice il presidente del tribunale _. Ci sono due amministrativi per ogni magistrato. Ci sforziamo di essere tempestivi, ma se una sentenza
viene scritta e depositata in una settimana e poi resta in cancelleria due mesi, perché il funzionario è oberato di lavoro, che senso ha fare tutto celermente?’. Termini è una realtà che appare relativamente tranquilla, dal punto di vista della pressione criminale. Commenta Messineo: ‘Qui si uccide poco, perché Cosa Nostra preferisce gli affari e trova comodo non attirare l’attenzione su di sé’. Negli ultimi mesi molti procedimenti hanno riguardato i reati di usura: ‘C’era un costume diffuso, quasi atavico _ spiega il presidente del tribunale _ che portava il piccolo imprenditore bisognoso di denaro a rivolgersi all’usuraio anziché alla banca. I processi? In parte sono già stati fatti, molti li stiamo ancora facendo’. Sì, perché a Termini la Giustizia prima o poi arriva. E diversamente dal solito, arriva più prima che poi. Riccardo Arena -----