Dal ’99 tutte le dichiarazioni di redditi e Iva dovranno essere trasmesse via computer

da Il Sole 24 ore del 29.12.98

ROMA — C’era una volta il modello 740, da compilare in triplice copia, a mano o con la macchina per scrivere. Ma ora che la dichiarazione dei redditi è andata in sposa alla telematica, per spedirla serviranno personal computer, browser e modem. Chi non ha dimestichezza con questa terminologia (e con l’utilizzo di prodotti informatici) dovrà aggiornarsi in fretta, pena l’esclusione dal mercato della consulenza ai contribuenti per le dichiarazioni fiscali.
Dall’anno prossimo, infatti, tutte le denunce di redditi e Iva saranno on line: anche i liberi professionisti dovranno collegarsi con la rete virtuale privata (una sorta di Intranet) aggiudicata alla Telecom e gestita dalla Sogei, la società di informatica che governa l’Anagrafe tributaria.  Dovranno, quindi, trasmettere per via telematica i file contenenti i moduli compilati. Una vera rivoluzione per i circa centomila interessati (dottori commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, periti ed esperti tributari iscritti nei Ruoli delle Camere di commercio), che si aggiungono agli altri soggetti già abilitati all’operazione (si veda la tabella a fianco).  «Un’occasione che consente anche ai professionisti di fare un salto di qualità», commenta Gilberto Ricci, amministratore delegato della Sogei.  In pratica, non esisteranno più i modelli “formato Pc” che hanno fin qui caratterizzato l’attività degli studi: chi non sarà in grado di effettuare l’invio secondo le nuove modalità potrà solo riconsegnare al contribuente assistito una copia manuale della dichiarazione, da presentare successivamente in banca o in posta, dove la trasmissione telematica è già diventata regola con il modello Unico 98 relativo ai redditi ’97. Una soluzione di ripiego che potrebbe tradursi in un’esclusione dal mercato.  Come si devono attrezzare, dunque, i professionisti? E quali scadenze impone il Fisco telematico? Il primo adempimento richiesto, dato che la connessione con la rete dell’Anagrafe tributaria è possibile solo per soggetti “identificati”, è l’abilitazione da parte dell’Amministrazione finanziaria. Da lunedì prossimo, 4 gennaio, si potrà fare domanda (si veda il fac simile pubblicato in pagina) alla direzione regionale Entrate competente in base al domicilio fiscale. I singoli uffici delle Entrate o dell’Iva apriranno speciali sportelli, dove ai professionisti sarà fornita, una volta accettata l’istanza di abilitazione, una busta chiusa contenente:
a) un codice personale di riconoscimento (Pin);
b) un dischetto con il software in grado di generare una parola-chiave da utilizzare per il collegamento con il Fisco telematico;
c) il numero verde di assistenza telefonica.
L’Amministrazione finanziaria fornirà poi il software di connessione per trasmettere le dichiarazioni e i programmi di controllo sulla correttezza formale dei conteggi effettuati. Va precisato che i software di compilazione dei modelli, invece, resteranno, come in passato, prodotti di mercato. Completate le denunce, il professionista dovrà effettuare la trasmissione, che sarà corredata da un codice di autenticazione, per verificare l’identità dell’utente e l’integrità delle informazioni contenute. Le modalità tecniche di invio, così come le caratteristiche della dotazione informatica necessaria, sono precisate in un decreto direttoriale del dipartimento Entrate (31 luglio 1998) pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» 187 del 12 agosto scorso.
Che cosa accadrà dopo che il professionista ha trasmesso un file di dichiarazioni? «Il mittente riceverà un diagnostico di accettazione tecnica», spiega Elio Schiavi, responsabile del servizio Soluzioni per il contribuente alla Sogei. In pratica, si tratta di una ricevuta di ricevimento del file. Ma dopo questa prima fase ne scatterà subito un’altra: «Entro cinque giorni — continua Schiavi — tutte le dichiarazioni verranno pre-elaborate: il sistema è in grado di fornire un riscontro che va al professionista e, a richiesta, deve essere esibito al contribuente come prova dell’avvenuto invio della dichiarazione. La ricevuta comprende anche un attestato di correttezza formale: in pratica, il ricalcolo delle operazioni compiute, ma non ancora un controllo incrociato con i versamenti e le altre banche dati».
Quest’ultimo passaggio avviene successivamente: «Entro l’anno —afferma Ricci — le dichiarazioni verranno elaborate, cioè si faranno i riscontri con tutte le banche dati disponibili. Il risultato verrà comunicato direttamente al contribuente via Postel, l’unico sistema che attualmente raggiunge tutti i cittadini. Questa ricevuta servirà anche per certificare i redditi e, nel caso qualcosa non quadrasse, rappresenterà un avviso bonario a regolarizzare la posizione. Da questo tipo di riscontro saranno esclusi i modelli 730, per i quali non si avverte questa esigenza, dato che il rapporto fiscale si risolve con il conguaglio in busta paga». In pratica, su circa 22 milioni di dichiarazioni le ricevute dovrebbero essere circa 15 milioni.
Ma che cosa accadrà se si verificheranno problemi in fase di trasmissione? «La Telecom — spiega Schiavi — fornirà agli studi un servizio di assistenza telefonica per risolvere le questioni tecniche di connessione. In caso di difficoltà, i professionisti potranno comporre un numero verde: per i problemi di natura tecnica risponderà la stessa Telecom, per quelli di tipo applicativo-giuridico la consulenza sarà a carico della Sogei e dell’Amministrazione finanziaria».
Elio Silva