Csm, oggi plenum senza Ciampi

da Il Messaggero del 15.12.99

di MARIO COFFARO
ROMA - L’annunciato plenum del Csm a tutela dell’onore professionale e della dignità personale dei magistrati si tiene oggi alle 10.30 a palazzo dei marescialli. Il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto non ci saranno, contrariamente alle voci circolate nei giorni scorsi. E non saranno alzate barricate contro Silvio Berlusconi in difesa del gup milanese Alessandro Rossato. D’altra parte il presidente Ciampi è molto impegnato a seguire gli sviluppi della crisi di governo e, come si ricorderà, era già intervenuto tempestivamente domenica 28 novembre con un duro monito «alle forze politiche e a tutti coloro che sono investiti di pubbliche responsabilità». Basta attacchi ai giudici, valica i limiti della Costituzione chi lede la fiducia nella magistratura. Questo il richiamo del Quirinale che in sostanza era stato condiviso da maggioranza e opposizione, da Veltroni e da Berlusconi. Lo scontro sulla giustizia, infiammato dalle reazioni di Berlusconi per il suo rinvio a giudizio firmato dal gup Rossato per il caso Sme, era continuato poi con la citazione a giudizio civile da parte dei vertici dei Ds contro il leader del Polo. Ma il leader del Polo ha negato di avere accusato i Ds di essere «mandanti» dei giudici e nel contempo ha precisato di voler accusare «quella cerchia ristretta di magistrati che fa giustizia con scopi politici». 
Nel dibattito al Csm i consiglieri togati e laici, escluso i due del Polo, con accenti diversi, si preparano a ribadire la «preoccupante frequenza» di prese di posizione di esponenti politici «sia nei confronti di giudici sia di pubblici ministeri a causa e nell’esercizio delle loro funzioni». E nel documento che alla fine dovrebbe essere approvato si lancerà un allarme per «l’estensione degli attacchi». I togati di Md, di Unicost, di Mi e dei Movimenti riuniti, i laici Verdi e Ds, diranno che appare loro «inaccettabile l’addebito di esercitare la giurisdizione a fini di parte e sulla base di pregiudizi politici», ma nel documento non saranno menzionati nè politici, nè magistrati. Il plenum, comunque, non si occuperà dell’esposto reso noto proprio ieri da Cesare Previti (Fi), rinviato a giudizio dal gup Rossato, che denuncia «le incredibili anomalie delle indagini e dell’udienza preliminare, causa prima della attuale discussione». 
Lo scontro sul giusto processo, però, continua in Parlamento. Ieri Forza Italia ha respinto l’ipotesi di un decreto del governo, nel caso in cui la Camera non faccia in tempo, per varare le norme ordinarie di attuazione del nuovo art.111 della Costituzione sul giusto processo. «È stupefacente che Forza Italia, per bocca degli onorevoli Pisanu e Pecorella, dichiari di opporsi al decreto ministeriale sulla riforma dei criteri di formazione e valutazione della prova», ha commentato il sen. Guido Calvi, dei Ds, ricordando che, per evitare una paralisi dell'intero sistema processuale, «c'era stato un impegno pubblico di tutte le forze politiche affinchè questa riforma fosse approvata contestualmente a quella costituzionale dell'art. 111». Intanto l’Italia continua ad accumulare condanne a Strasburgo, per la lentezza della giustizia e in alcuni casi perchè fa processi «non equi».