La sentenza? Ripassi tra 4 anni
da Il Messaggero del 15.12.99
di DANIELE CAROTTI
Quattro anni per un giudizio civile in Tribunale, due in Pretura, tempi
anche maggiori nel penale: il Palazzo di Giustizia è sempre ad un
passo dalla paralisi. A fronte di circa 12.960 cause civili rilevate alla
fine del primo trimestre del 1996, a tutto il ’98 ne rimangono da trattare
ancora 11.300. Come dire che in quasi tre anni il Tribunale è riuscito
a "digerire" soltanto 1.660 procedimenti. Per gli altri l’attesa è
destinata a continuare non si sa fino a quando. Non va meglio per quanto
riguarda le cause del Penale. Su un totale di 9.474 delitti per i quali
è stato individuato un presunto responsabile e 6.344 procedimenti
definiti in primo grado, nel biennio ’97-’98, il saldo negativo ammonta
ad oltre 1400 cause inevase che inevitabilmente vanno ad accumularsi a
quelle degli anni precedenti. E non è cosa da poco, perchè
molti dei reati cosiddetti minori rischiano di cadere in prescrizione vanificando
l’opera delle forze dell’ordine.
Preoccupante e significativo è il fatto che la durata media
per la risoluzione di una causa civile davanti al Tribunale sia superiore
ai quattro anni. Ed è solo una magra consolazione il fatto che i
tempi anconetani siano in linea con la media nazionale.
Minore, ma comunque pur sempre rilevante, il dato relativo alla Pretura
(che si avvia a diventare ex), che evidenzia come la definizione delle
cause pendenti davanti a tale curia debba attendere mediamente più
di due anni. Un discorso a parte occorre fare per l’ufficio del Giudice
di Pace di Ancona, il quale, vista la fresca istituzione e la snellezza
della procedura, definisce le cause di sua competenza, in un tempo medio
inferiore ad un anno.
"Molte cose potrebbero essere risolte - dice il Presidente dell’Ordine
degli Avvocati Barbieri - realizzando una cittadella giudiziaria, accorpando
l’ufficio del Giudice di Pace al Palazzo di Giustizia. In questa maniera,
grazie alla logistica, si accorcerebbero anche i tempi tecnici dei procedimenti,
consentendo agli avvocati di operare in maniera più dignitosa e
ai cittadini di trovare in un’unica struttura tutti gli uffici della Giustizia".
Segnali di miglioramento, tuttavia, ci sono e indicano che negli ultimi
anni alcuni passi avanti sono stati fatti. Per esempio il numero dei procedimenti
civili pendenti nei prossimi anni probabilmente si ridurrà. Incombe
comunque come una spada di Damocle la massa degli arretrati, che rappresentano
un pesante fardello in grado di condizionare la durata delle controversie
giudiziarie civili ancora per molto tempo. Almeno per cinque anni. Questo
è il termine di massima che la legge istitutiva delle cosiddette
"Sezioni Stralcio", in vigore alla fine del ’98, ha fissato per definire
tutte le controversie civili pendenti precedentemente alla data del 30
aprile del ’95. La riuscita di tale operazione, dunque, si pone come condizione
indispensabile (ma non unica), per la realizzazione delle riforme sostanziali
della Giustizia italiana paralizzata da tali incombenze.
Oltre al Giudice di Pace, per dare una mano al sistema, sono già
operativi i Giudici Onorari Aggregati (G.O.A.), magistrati onorari, laureati
in legge, liberi professionisti, che dovrebbero sopperire alle croniche
carenze di organico della Magistratura. "Per la piena attuazione della
riforma - sottolinea il Presidente del Tribunale penale di Ancona, Antonio
Frisina - Roma dovrà risolvere i nostri problemi di organico e di
spazio vitale, indispensabile per accogliere sia gli eventuali colleghi
di ruolo che i giudici onorari".
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