Ordini, si tratta sulla riforma 

da Il Sole 24 ore del 16.11.99

ROMA — Si scoprono le carte tra Governo e professioni regolamentate in Ordini. A Palazzo Chigi si terrà oggi la riunione tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Franco Bassanini, e la delegazione dei professionisti, composta da Gianni Boeri (presidente del Comitato unitario degli Ordini e dei Collegi), Maurizio de Tilla (presidente dell’Associazione delle Casse di previdenza), Gaetano Stella (presidente della Consilp, che riunisce una parte delle sigle sindacali del settore) e da un rappresentante dell’Alp (Associazione liberi professionisti). È probabile che, accanto a Bassanini, che coordina lo staff tecnico-politico impegnato nella riforma, siedano altri esponenti del Governo, in rappresentanza di Giustizia e Industria.

Si avvia, dunque, la fase di confronto con le professioni, promessa il 15 marzo dal presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. Sono intercorsi otto mesi di "intervallo" in cui il Governo ha tentato di smuovere le acque con la riforma dei ministeri (approvata con il decreto legislativo 300/99), che in una prima fase faceva sopravvivere la vigilanza del ministero della Giustizia solo sugli Ordini di avvocati e notai, aprendo la strada alla competenza dell’Industria sulle altre professioni (con l’esclusione di quelle mediche), in quanto considerate attività di servizi. Quindi, il Dpef ha ribadito la volontà di liberalizzare il settore professionale e di ridurre il numero di Ordini. Le reazioni delle categorie e di parte del mondo politico (soprattutto di An) hanno convinto la maggioranza a procedere con cautela, soprattutto a mettere da parte i propositi di abolire molti «Ordini inutili», come si è espresso in Parlamento il ministro del Tesoro, Giuliano Amato.

Il confronto diretto tra Governo e professioni si svolgerà su un testo frutto di mediazioni all’interno dell’Esecutivo, che è stato definito da Bassanini «una buona armonizzazione tra esigenze di liberalizzazione e di ammodernamento e la necessità di garantire la qualità delle prestazioni e l’affidamento del cliente» (si veda «Il Sole-24 Ore» del 5 novembre).

Gli emendamenti del Governo al disegno di legge 5092 (il Ddl Mirone) fanno salvi gli Ordini esistenti, pur restringendo il regime delle esclusive, che dovrebbero essere incardinate sulla rilevanza costituzionale dell’attività, sull’esistenza di asimmetrie informative e di forti costi sociali derivanti da prestazioni inadeguate. Inoltre, per il Governo, il Ddl 5092, anche se tecnicamente non si può considerare un collegato alla Finanziaria, dovrà avere in Parlamento un iter agevolato.

Il confronto si preannuncia difficile, anche per la pluralità dei soggetti coinvolti e le sfaccettature della rappresentanza: per le professioni protette in campo ci sono Ordini, Casse, associazioni e sindacati.

Legge delega, esclusive, tariffe, società con finanziatori esterni sono i punti cruciali. «Le tariffe minime — spiega de Tilla — vanno mantenute, visto che per le professioni intellettuali non ha senso parlare di costi minimi. E nelle società va esclusa, come regola generale, la presenza di soci capitalisti, pur lasciando la possibilità di eccezioni per le professioni tecniche».

Intanto, le professioni non riconosciute premono per conoscere la data di convocazione a Palazzo Chigi. La delegazione dovrebbe essere costituita dal comitato di presidenza della Consulta del Cnel, da Fita e dal Colap (Coordinamento delle libere associazioni).

M.C.D.