Sì al nuovo processo
da L'Unione Sarda del 19.11.99
Roma Per diventare legge il provvedimento sul giudice unico avrà
bisogno di un nuovo passaggio al Senato (che già lo aveva approvato
nell'ottobre scorso) dato che ieri la Camera, nell'approvarlo, ha introdotto
alcune modifiche. Tra le novità ci sono l'incompatibilità
assoluta tra Gip (giudice per le indagini preliminari) e Gup (giudice per
le udienze preliminari); la possibilità per il Gip di rimanere nello
stesso ufficio per sei anni (il testo del Senato ne prevedeva tre); e la
competenza del giudice monocratico anche per il furto aggravato. L'assemblea
di Montecitorio ha detto sì al disegno di legge con 207 voti a favore
(quelli della maggioranza), 123 contrari (Polo e Lega) e l'astensione di
Rifondazione Comunista.
La legge è necessaria per consentire l'operatività della
competenza penale del giudice monocratico entro il 2 gennaio del 2000.
Alcune delle modifiche introdotte dalla Camera erano state sollecitate
con forza dai magistrati dopo il voto del Senato. In quella occasione diversi
esponenti della magistratura avevano accusato il Parlamento di legiferare
senza rendersi conto dei problemi che sarebbero sorti per l'organizzazione
degli uffici giudiziari. Molto criticata era proprio la norma introdotta
al Senato sul tetto massimo di tre anni di permanenza nell'incarico di
Gip. Era stata definita una «norma capestro» che avrebbe provocato
un «caos incontrollabile» ed avrebbe paralizzato i tribunali
medi e piccoli. La Camera ha posto rimedio permettendo al Gip di svolgere
il suo incarico per sei anni.
Molto polemici sono stati anche gli avvocati, che non si sono accontentati
di aver ottenuto una riduzione della competenza penale del giudice monocratico
(reati fino a 10 anni di carcere e non 20). I penalisti criticano il provvedimento
anche perché è stato attribuito al giudice dell'udienza preliminare
(Gup) il potere di ordinare al pubblico ministero un supplemento di indagine.
Il disegno di legge comunque accresce i diritti e i poteri della difesa
e accentua il ruolo di filtro da parte del Gip introducendo maggiori garanzie
nell'udienza preliminare. In base al nuovo provvedimento è consentito
anche chiedere il giudizio abbreviato senza il consenso del pubblico ministero,
riconoscendo all'indagato il «diritto di difendersi provando».
Per il voto della Camera ha espresso soddisfazione il popolare Pietro
Carotti che ha dato il nome al provvedimento. «Questo testo - ha
spiegato - potenzia le garanzie, arricchisce i riti alternativi e le udienze
preliminari e dimezza le competenze del giudice monocratico per restituirle
al giudice collegiale». Carotti ha respinto le critiche del Polo
sostenendo che la legge non aumenta ma dimezza le competenze del giudice
monocratico.
E durante il dibattito in aula il Polo ha sollevato una serie di perplessità.
«Stiamo votando il manicomio», ha affermato Alfredo Mantovano
(An), indicando in particolare la diversa indicazione della permanenza
in servizio per i giudici: dieci anni per i giudici ordinari (tra cui i
giudici del fallimento per i quali forse sarebbe stato opportuno un limite
inferiore), otto anni per i magistrati delle direzione distrettuali antimafia
e della Dna e sei anni per i Gup. Per Mantovano il carattere «ibrido»
del provvedimento attraversa moltissimi articoli. Basta riflettere sul
potere conferito al giudice del dibattimento quanto all' ammissibilità
del patteggiamento. Gaetano Pecorella (FI) ha osservato che si sta seppellendo
il processo accusatorio. «Il processo accusatorio non è solo
una formula ma un modo di concepire la democrazia». L'esponente azzurro
ha osservato che secondo il testo il Gip «compie direttamente attività
di indagine con una contraddizione illogica e della quale ci si dovrebbe
vergognare».
E. S.
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