Di Pietro striglia il centrosinistra: serve più vigore 

da Il Mattino del 17.10.99

Ieri l’Italia pullulava di manifestazioni pro-sicurezza, con il Polo a farla da padrone a Milano, i comunisti a rispondergli da Torino e l’Asinello a pungolare il governo a Roma, attraverso un appello al premier. «Facciamo sul serio. Se D’Alema vuole davvero far sì che la sicurezza sia al primo posto, gli chiediamo di comportarsi seriamente e di disporre le risorse adeguate già in questa finanziaria», sintetizza Enzo Bianco, sindaco di Catania. Lui, assicura, di bilanci se ne intende e in questa manovra non avrebbe visto traccia dei 500 miliardi annunciati per la sicurezza: «Ma siccome non si possono fare le nozze con i fichi secchi, dico che comunque ne servono 1000». Si butta sulla metafora Antonio Di Pietro: «Dobbiamo prendere per il bavero il centrosinistra e svegliarlo dal torpore, non è possibile questo sbracamento sulla criminalità». Che cosa fare l’ex Pm lo sintetizza in poche battute: certezza della pena, riforma della legge Simeone, regole certe per l’immigrazione, maggiore controllo del territorio. 
A Torino, invece, si sono dati appuntamento i Comunisti di Armando Cossutta e i responsabili giustizia della maggioranza. Il ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, esordisce facendo i conti in tasca al Polo: 2739 imputati tornati liberi con il decreto Biondi. È così che l’opposizione, quando era al governo, combatteva la microcriminalità, dice il Guardasigilli. «Mi chiedo se questa sia la famosa tolleranza zero, per cui in questo momento in tutta l’Italia sta manifestando il Polo», stigmatizza. Per Carlo Leoni, dei Ds, «la sinistra deve affrontare i temi della sicurezza, perché se lo farà la destra avremo uno Stato duro con i poveracci e ipergarantista con i ricchi». D’accordo con Diliberto, Pietro Carotti, dei popolari, secondo il quale dall’opposizione «non è arrivata alcuna proposta seria, ma solo polemiche sterili». Giovanni Meloni, dei Comunisti, accusa il Polo di pensare a misure di emergenza «non giustificate dallo stato del Paese».