Lo scippo non sarà più
un reato grave
da Il Messaggero del 18.10.99
di ANTONIO DE FLORIO
ROMA - Lo scippo non è più equiparato alla rapina e il
furto in appartamento non sarà un reato a sé stante. Mentre
maggioranza e opposizione continuano a litigare su come combattere la criminalità
di strada con tanto di strascico polemico sul "security day" voluto da
Berlusconi, alla Camera i provvedimenti presentati dal governo nel pacchetto
sicurezza subiscono una cura dimagrante.
C’è stato scontro anche nel comitato ristretto della Commissione
giustizia di Montecitorio, dove si salvano l’eliminazione del ricorso personale
alla cassazione(e comunque le limitazioni alle possibilità di ricorrere
al terzo grado di giudizio), gli interventi per snellire le procedure per
la concessione dei benefici penitenziari e una maggiore autonomia investigativa
della polizia giudiziaria mantenendo però l'attuale rapporto di
subordinazione con il pm. Il provvedimento andrà probabilmente in
aula a fine settimana.
Sparisce quindi una delle principali novità del pacchetto sicurezza
del governo: l’istituzione cioè del nuovo reato di furto in appartamento
e l'introduzione dello scippo nel’art. 628 del codice penale, dedicato
alla rapina.
Ambedue diventano titoli di reato autonomi ma all'interno dell'art.
624 del codice penale che si occupa del furto. Per quanto riguarda l'effettività
della pena, sarà il magistrato di sorveglianza, e non più
il tribunale, a decidere sulle pene alternative al carcere.
Secondo un monitoraggio svolto dal ministero della Giustizia, il fatto
che molti condannati escano dal carcere poco dopo la sentenza, nascerebbe
dalla lunga attesa della decisione sulle pene alternative. Solo il 30 per
cento dei detenuti accede a tali misure, e questo vuol dire che il 70 per
cento, cui poi vengono negate, deve rimanere in galera. Dimezzando i tempi
di attesa e affidando la decisione al giudice di sorveglianza, si pensa
di «recuperare» questo 70 per cento. E comunque la concessione
delle misure alternative al carcere sarà fortemente limitato per
i reati che creano un forte allarme sociale.
Sui rapporti tra pm e polizia giudiziaria, l'impianto resta quello
attuale, con il magistrato coordinatore delle indagini, ma sarà
«evidenziata più espressamente» la possibilità,
che già esiste, per la polizia di continuare autonomamente le indagini,
senza attendere le direttive del pm.
Per quanto riguarda poi la Cassazione, l'obiettivo è quello
di impegnarla solo al giudizio di legittimità, diminuendo i ricorsi
per accelerare i procedimenti: gli interventi dovrebbero riguardare, tra
l'altro, l'eliminazione della possibilità del ricorso personale
dell'imputato e una specifica disciplina per il ricorso per manifesta illogicità
della sentenza, diminuendo gli atti del processo su cui la Cassazione potrà
esprimersi.
Chiuso il "security day" voluto da Berlusconi con tanto di coda polemica
(il ministro dell’Interno Jervolino: «si è fatta molta demagogia
in questi giorni»; e il presidente di An, Fini, di rimando: «Mi
sembra che il ministro dell’Interno sia in preda a una crisi nervosa»),
si apre oggi a Milano il "crime day", voluto dalla Confcommercio. Parteciperanno
il numero uno del Viminale, Rosa Russo Jervolino, il guardasigilli, Oliviero
Diliberto, il sindaco di Milano Albertini, il presidente dell’Antimafia
Del Turco, mentre il presidente della Confcommercio Billè farà
gli onori di casa. Tema dell’incontro la microcriminalità, l’immigrazione
clandestina, le strutture investigative e giudiziarie «che non riescono
ad arginare l’espansione della criminalità comune». Sarà
presentato un dossier su tutte le violenze subite dai commercianti.
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