Il segretario dei Ds Veltroni torna a parlare di certezza della pena

da Il Messaggero del 18.9.99

di FIORENZA SARZANINI
ROMA - Brescia, Napoli, Milano: ancora fatti di sangue, ancora emergenza criminalità. Episodi che alimentano la paura della gente. Il commerciante bresciano che ha ucciso il ladro, ha ricevuto l’applauso dei cittadini. Ed è proprio questo a «preoccupare» il presidente della Camera, Luciano Violante. «Quanto accaduto a Brescia - dichiara - è segno che la sicurezza della gente va garantita in tutti i modi e che la sicurezza viene prima della giustizia. Se non c'è sicurezza non c'è giustizia e questa è una frontiera sulla quale ci dobbiamo impegnare tutti, tanto le forze di maggioranza quanto quelle di opposizione. Su questo tema non ci possono essere distinzioni di parte. Esiste un’efficienza notevole contro la criminalità organizzata. Bisogna invece rinvigorire l’azione contro la criminalità quotidiana, quella di strada: lì ancora non ci siamo, bisogna dare più poteri alla polizia, risistemare l'insieme delle misure di indulgenza che sono troppe e troppo incrociate fra di loro, ma soprattutto fare presto». Parole che allarmano i radicali e alcuni componenti della maggioranza, ma che rappresentanmo il grado di allarme che c’è nel Paese. 
Il governo è al lavoro mentre la commissione Giustizia della Camera tornerà la prossima settimana a discutere quel "pacchetto sicurezza" che tanto ha allontanato i due Poli. Ed esaminerà anche le due proposte di legge presentate per modificare alcuni punti della legge Simeone, in modo da rendere meno automatico il ricorso alle pene alternative. Un tema caro ai ministri della Giustizia Diliberto e dell’Interno Jervolino, che ormai da settimane stanno lavorando ad alcuni emendamenti da presentare la prossima settimana. Di certo se ne parlerà durante il vertice con i ministri che il presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, ha fissato per martedì prossimo. Una riunione ala quale potrebbe seguire un vertice di maggioranza che il Pcdi ha chiesto di «convocare con urgenza».
«È inutile che ognuno continui a proporre una propria ricetta per alimentare polemiche sterili - dichiara il presidente dei deputati, Tullio Grimaldi - le misure vanno prese, non annunciate. Bisogna convocare al più presto un vertice di maggioranza. L'esigenza c'è, è sotto gli occhi di tutti. Ne avevamo già parlato durante il vertice con il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, e da quanto sento il problema risulta essere costantemente all'ordine del giorno sul tavolo dei responsabili Giustizia di tutte le parti politiche. Quel che conta, adesso, e che la maggioranza si disponga intorno ad un tavolo per elaborare al più presto risposte possibili, coerenti, concrete nell'immediato. Di «certezza della pena», torna invece a parlare il segretario dei Ds, Walter Veltroni, secondo il quale il problema sicurezza «è il più urgente e più drammatico». «La cosa che più sconcerta - spiega - è vedere spesso i responsabili di reati passeggiare per strada tranquillamente. La certezza della pena, più dell'inasprimento delle pene che in alcune casi però bisognerà fare, è la condizione essenziale perchè ci sia sicurezza nel Paese». 
Chiedono la linea dura anche i sindacati di polizia. La "ricetta" del Sap, prevede una «larga depenalizzazione, ma il giro di vite contro chi torna a infrangere la legge». «È giusto - dichiara il segretario, Filippo Saltamartini - che chi commette un solo reato possa essere ammesso a una serie di benefici, ma sui recidivi bisogna prevedere per legge l'obbligo di scontare la detenzione: per periodi brevi ma certi».
La parola d’ordine dell’opposizione è "tolleranza zero". Lo dice senza mezzi termini il leader di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, che «chiede da subito interventi precisi per combattere la criminalità» e si dichiara disponibile ad una «revisione in senso più restrittivo sia della legge Gozzini sia della legge Simeone». «Il governo - accusa - ha fatto su questo tema soltanto degli annunci, non seguiti dai fatti. L'emergenza criminalità è reale e la destra ha le carte in regola per affrontarla, perchè, a differenza di altri, è da tempo che la solleva. È necessareio ottenere la certezza della pena, fornire motivazioni alle forze dell'ordine e affrontare in termini nuovi il problema dell'immigrazione e il contrasto alla diffusione della droga». Attacca l’esecutivo anche il segretario del Ccd, Pierferdinando Casini. «Se l'esecutivo affronterà il crimine così come ha affrontato la questione degli extracomunitari non c'è da stare allegri. Sugli immigrati clandestini il governo è passato da una sanatoria all'altra. E questo non è un precedente incoraggiante. Contro il crimine occorre reagire con durezza, anche per difendere le fasce più deboli della società che sono quelle che meno sono tutelate di fronte al dilagare della illegalità».