Latina: gli avvocati oggi decidono se continuare lo sciopero 

da Il Messaggero del 18.9.99

Gli avvocati a un bivio: continuare a oltranza lo stato di agitazione, oppure riprendere a lavorare ammettendo la propria sconfitta visto che non è stato preso dal governo neppure uno dei provvedimenti chiesti a gran voce all’inizio dell’estate per tamponare la crisi in cui versa l’amministrazione della giustizia nel comprensorio pontino. L’appuntamento è per questa mattina alle nove e trenta nell’aula magna del Liceo Classico in viale Mazzini. Il luogo prescelto è indicativo del fatto che l’Ordine si aspetta una presenza massiccia di iscritti. «Domani ci dobbiamo contare», dice subito il presidente dell’Ordine Michele Pierro. «Tocca all’assemblea prendere una decisione, i colleghi sono invitati ad esprimere un voto convinto sulla possibilità di continuare l’agitazione e in quali forme».
Proprio alla vigilia di questa assemblea una nutrita delegazione pontina è stata ricevuta dal sottosegretario alla Giustizia, l’onorevole Ayala. «Novità purtroppo non ce ne sono - ammette Pierro - Né ce ne potevano essere. Ci sono avvisaglie che qualcosa si sta muovendo». E’ più ottimista il senatore Riccardo Pedrizzi (An) che definisce l’incontro proficuo. «Ho delineato i contorni dell’emergenza - spiega il senatore - e sottolineato come numerose interrogazioni sono rimaste senza esito. Così ho invocato una riesumazione del disegno di legge redatto nel ’97 proprio da Ayala che prevedeva l'istituzione a Latina di una sezione staccata della Corte d’Appello e che giace dimenticato chissà dove». Il presidente facente funzioni del Tribunale, Bruno Raponi, ha poi sottolineato che con l’attuale paralisi le prime udienze per le procedure esecutive sono già fissate al 2004. «Servono dieci magistrati in più», ha spiegato. Oltrettutto a Latina quattro magistrati se ne sono andati e cinque sono in procinto di andarsene in altre sedi, senza che si vedano sostituti all’orizzonte. «Quattro nuovi posti sono già stati banditi - ricorda Michele Pierro - ma con i tempi attuali rischia di passare un anno e mezzo prima che vengano coperti». A questo si aggiunge anche il problema dell’incarico di presidente che a breve resterà scoperto. Il sottosegretario Ayala si è impegnato «a congelare l’esodo dei magistrati, fino all’arrivo dei sostituti». «Una strada che servirà a poco - commenta amaramente Pierro - Trattenere un magistrato che ha già la testa altrove produrrà pochi benefici».

V.B.