Penalisti, nasce la «Fondazione»
da Il Mattino del 19.10.99
I penalisti napoletani vogliono dialogare con la città. Non solo
gerghi per iniziati, o dibattiti riservati ai giuristi. Gli avvocati sono
convinti che i problemi della Giustizia e dei diritti civili siano di diffuso
interesse sociale e cercano gli strumenti adatti per portarli fuori dal
Tribunale e discuterne. Nasce così la «Fondazione della Camera
penale di Napoli», primo esperimento del genere in Italia. L’hanno
costituita tutti i componenti della giunta dell’organismo sindacale dei
penalisti. E avrà per obiettivo la promozione di studi e ricerche
sul diritto penale, l’approfondimento di temi generali sul processo, con
attenzione al diritto della difesa. Spiega Antonio Briganti (nella foto),
presidente della Camera penale: «La Fondazione ha chiesto il riconoscimento
della personalità giuridica. Dai fondi della Camera penale sono
stati stanziati venti milioni. Speriamo nella sensibilità dell’Ordine».
Nell’intenzione dei penalisti, c’è l’apertura di una biblioteca
anche al Tribunale penale, la saldatura con il mondo accademico per studi
e ricerche, la creazione di borse di studio. Dice il consigliere Lucio
Majorano: «La Camera penale è stretta nell’affrontare le emergenze
continue del processo penale. La Fondazione sarà un organismo parallelo
che, svincolato dalle emergenze, potrà farsi carico degli studi,
dei dibattiti, degli approfondimenti sul processo penale e i temi dell’avvocatura,
da far conoscere a tutta la società in quanto patrimonio civile».
La commissione amministratrice sarà formata da tutti i componenti
della giunta, che potranno delegare altri avvocati. Nel frattempo, gli
avvocati, come prima iniziativa indirizzata alla società, hanno
scritto una lettera al provveditore agli studi e, per conoscenza, al ministro
della Pubblica istruzione. Spiega il consigliere Ester Siracusa: «L’avvocatura
può contribuire alla conoscenza, nelle scuole, dei temi della Giustizia
e dei diritti fondamentali del cittadino, finora, nelle programmazioni
scolastiche, campo ingiustamente riservato ai soli magistrati».
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