Processo del lavoro rimandato in appello 

da Il Sole 24 ore dell'1.6.99

ROMA — La grande svolta nel processo del lavoro — innescata dall’entrata in scena del giudice unico di primo grado — è rimandata in appello. Per la precisione al 2 gennaio del 2000, nuova data di entrata in vigore della "ristrutturazione" delle impugnazioni del processo del lavoro. Entro quella data sarà anche completato il necessario reclutamento — per concorso e su base nazionale — dei posti in organico per i giudici di appello "specializzati" nel processo del lavoro.
Per il momento, tuttavia, i cambiamenti si fermano al nome: anche il pretore del lavoro diventa giudice del lavoro. E il resto? Le cause pendenti nelle sezioni distaccate, per iniziare, stanno per essere dirottate negli uffici centrali, mentre i procedimenti amministrativi (si veda l’articolo qui sotto) sugli infortuni sui luoghi di lavoro prendono la strada degli ispettori del lavoro, inclusi quelli pendenti.
Il bilancio dei procedimenti relativi al ’98 non è ancora noto, ma la serie degli incidenti mortali e delle inchieste sugli infortuni con invalidità superiore ai trenta giorni segnala una mole notevole di lavoro. La serie degli ultimi anni, a partire dal ’97, indica 1.290 infortuni mortali nel ’96, 1.208 nel ’97, 1.096 nel ’98. E quanto ai procedimenti per invalidità si va dai 163.072 del ’96 ai 140.912 del ’97. Per gli inspettori del lavoro, in buona sostanza, si profila una stagione di duro lavoro. 
Nel frattempo, per quanto riguarda la riorganizzazione del rito del lavoro fino all’anno prossimo i processi in materia di lavoro continueranno ad essere di competenza dei tribunali, ma a condizione che il procedimento sia iniziato prima del 2 giugno ’99. «Per il momento resta tutto invariato — conferma Salvatore Salmeri, che della pretura del lavoro di Milano è presidente — a parte il fatto che il pretore d’ora in poi si chiamerà giudice e basta. I 22 pretori del lavoro dell’ex pretura e i 6 giudici delle sezioni del lavoro del tribunale saranno accorpati, anche se continueranno a lavorare in maniera distinta. L’appello, insomma, si farà ancora in tribunale». Altre indicazioni: dalle sezioni distaccate arriveranno circa 500 fascicoli, mentre per i sei magistrati di tribunale non sarà automatica la riconferma in appello come giudici del lavoro.
Nel frattempo la presidenza del tribunale del lavoro ha emanato una circolare che sembra uno scioglilingua: i ricorsi in primo grado — si legge — dal 2 giugno vanno inoltrati al tribunale — sezione del lavoro e operativamente andranno depositati come per il passato nella cancelleria dell’ex pretura del lavoro. I ricorsi in appello nelle cause introdotte prima del 2 giugno e fino al 31 dicembre ’99 vanno proposte in tribunale che giudicherà collegialmente, mentre operativamente i ricorsi in appello si depositeranno in cancelleria dell’ex tribunale del lavoro d’appello. Per le controversie future — introdotte dal 2 giugno in poi — avverte la circolare, l’appello dovrà essere proposto davanti alla sezione Lavoro della Corte di appello (da istituire, com’è ovvio) e ovviamente davanti alla relativa cancelleria (per quelli già fissati, nulla questio). E i reclami contro i provvedimenti di urgenza? Dal 2 giugno ’99 si applica la regola secondo cui il reclamo si propone al tribunale che, però, decide in composizione collegiale (escluso il giudice che ha emesso il reclamo). Operativamente, però, il reclamo verrà depositato presso la cancelleria dell’ex tribunale del lavoro di appello.
Rita Fatiguso