Giunta
a tre per il vertice dell'associazione dei magistrati
da La Gazzetta del Sud dell'1.3.99 ROMA – A 4 mesi dalle dimissioni di Mario Almerighi l'Associazione nazionale
magistrati ha un nuovo presidente: è Antonio Martone, sostituto
procuratore generale in Cassazione, del gruppo di Unità per la Costituzione.
Guiderà una giunta a tre (Unicost, Magistratura Democratica e Magistratura
Indipendente), con l'opposizione dei Movimenti Riuniti. Vicepresidente
è Claudio Castelli, di Magistratura Democratica e segretario Mario
Cicala, di Magistratura Indipendente. Della giunta fa parte anche il pm
milanese Piercamillo Davigo. La soluzione trovata, dopo quasi otto ore
di discussione, mette fine all'esperienza delle giunte unitarie, che negli
anni Novanta hanno caratterizzato la gestione dell'Anm. A spingere i Movimenti
a scegliere la strada dell'opposizione, seppur «costruttiva»,
come ha garantito il suo segretario Stefano Racheli, le forti riserve sull'atteggiamento
di Unicost: «non possiamo accomunarci a chi ha voluto la crisi per
ragioni di poltrone, cioè per la presidenza» ha spiegato Racheli,
secondo cui quello della maggioranza è un «programma di carta,
largamente insufficiente sia sul tema del confronto sull'avvocatura, sia
su quello dell'appoggio da dare agli uffici impegnati nella lotta alla
criminalità organizzata». La giunta a tre è stata comunque
una decisione a sorpresa, intervenuta dopo che era fallita quella di un
esecutivo unitario e mentre già si ventilava l'ipotesi di un accordo
a due, Unicost- Magistratura Indipendente. I nodi intorno a cui si è
incagliata più volte l'intesa sono stati diversi: in un primo momento
c'era l'obiezione di Magistratura democratica sul nome di Martone come
presidente dell'Anm: è politicamente inopportuno che guidi l'associazione
– sosteneva la corrente – visto che è componente del Cnel, organo
di rilevanza costituzionale. Obiezione caduta con l'impegno assunto da
Martone di dimettersi dall'incarico.
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