Magistrati,
è Martone il nuovo presidente
da La Stampa dell'1.3.99
ROMA
DALLA REDAZIONE
Antonio Martone (Unicost) è il nuovo presidente dell'Associazione
Nazionale Magistrati, Claudio Castelli (Magistratura Democratica) è
il vicepresidente e Mario Cicala (Magistratura Indipendente) il segretario.
E' questo il nuovo parlamentino dell'Anm, una giunta a tre - formata da
Unicost, Magistratura Democratica e Magistratura Indipendente - di cui
fa parte anche il giudice di Mani Pulite Piercamillo Davigo, ma che avrà
l'opposizione della corrente dei Movimenti Riuniti (Verdi).
Una lunga giornata di discussioni nel tentativo di dare ai magistrati
una giunta fornita del sostegno più ampio possibile non è
bastata, dunque, a raggiungere l'obiettivo e convincere i Verdi a sostenere
il nuovo gruppo dirigente. Ma si chiude così dopo cinque lunghi
mesi la difficile scelta del successore di Elena Paciotti alla guida dell'Anm.
Una scelta che aveva premiato Mario Almerighi dei Movimenti Riuniti, ma
che fallì tre giorni dopo la nomina per alcune dichiarazioni del
neo-presidente giudicate improvvide.
Da allora è stata registrata una nuova fumata nera, poi un lungo
silenzio fino a una dichiarazione rilasciata mercoledì scorso dal
ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto: "Mi auguro che l'Anm
consolidi al più presto il suo gruppo dirigente". La risposta di
Martone: "Caratterizzerò la mia presidenza rispettando molto la
collegialità di tutte le componenti associative, con spirito di
collaborazione nei confronti del ministro Diliberto e cercando di instaurare
un proficuo rapporto con gli avvocati".
Le difficoltà da superare ieri non erano poche. L'Unità
per la costituzione (Unicost) rivendicava da quattro mesi, ovvero dalle
dimissioni di Almerighi, la presidenza in quanto corrente di maggioranza.
Anche alle ultime elezioni del 7 febbraio, infatti, Unicost è risultata
la più votata: con 2527 voti rappresenta il 40% dell'associazione
con 14 posti nel comitato direttivo centrale. Magistratura Democratica
con 1857 voti rappresenta il 28% con 10 posti. Magistratura Indipendente
con 1440 voti rappresenta il 21% con 8 posti. I Movimenti Riunti con 832
voti rappresentano il 12,5% con 4 posti.
La protesta dei Movimenti riuniti non si è fatta attendere:
"Non possiamo accomunarci a chi ha voluto la crisi per motivi di poltrone"
e ha presentato "un programma di carta".
Accanto alla rivendicazione dell'Unicost vi era la richiesta giunta
da più parti di esprimere una giunta unitaria che quindi avesse
maggiore forza in un momento così delicato per la giustizia. Le
due esigenze insieme con i molti punti del programma sul tappeto su cui
trovare l'accordo hanno allungato i tempi e portato alla definizione del
nuovo parlamentino solo rinunciando a una giunta unitaria.
Si è così giunti a un accordo sul nome di Antonio Martone,
58 anni, romano, già segretario dell'Anm in un monocolore guidato
da Raffaele Bertoni e componente del parlamentino dall'88 al '92. E' uno
dei fondatori di Unicost e alle ultime elezioni è stato fra i magistrati
più votati, arrivando a superare le mille preferenze.
Napoletano di origine, ha fatto parte del Csm dall'81 all'86 e ha presieduto
la prima commissione di Palazzo dei Marescialli. Oggi è sostituto
procuratore generale in Cassazione e si occupa di diritto del lavoro, materia
di cui è considerato uno dei massimi esperti. Dall'85 è Componente
esperto del Cnel, incarico da cui si dimetterà nei prossimi giorni.
Da oggi, dunque, i magistrati torneranno a far sentire la loro voce
in tema di giustizia. Il programma della nuova giunta è fitto, come
è apparso anche nella lunga discussione di ieri. Innanzitutto i
magistrati intendono denunciare la necessità di dare vita alla riforma
del Giudice Unico soltanto insieme ad una serie di precondizioni indispensabili,
come gli istituti collegati, la depenalizzazione, la competenza penale
del Giudice di Pace.
Intendono poi denunciare la contrarietà dell'associazione a
un reclutamento indiscriminato dei magistrati. Cercheranno di favorire
il dialogo con l'Avvocatura dello Stato le cui astensioni dalle udienze
rappresentano una preoccupazione per i magistrati. Chiederanno che sia
consentita una verifica della professionalità utilizzando nuovi
strumenti come la formazione professionale e la formazione decentrata,
i consigli giudiziari, la istituzione di una scuola per la magistratura
come in Francia.
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