Pace armata tra toghe sul giudice unico: Martone presidente

da Il Messaggero dell'1.3.99

di ANTONIO DE FLORIO
ROMA - Pace armata tra i giudici. A quattro mesi dalle polemiche dimissioni di Mario Almerighi (verde), l'Associazione nazionale magistrati ha un nuovo presidente: è Antonio Martone, del gruppo di Unità per la Costituzione, il correntone di centro con 14 consiglieri su 36. Per lui hanno votato anche Magistratura democratica (l’ala sinistra dei giudici) e Magistratura indipendente (corrente di destra). I verdi (Movimenti riuniti), che avevano espresso Almerighi, presidente per un solo giorno dopo un’intervista contestata sul ”Corriere della sera”, hanno deciso di passare all’opposizione, bollando l’intesa sul nome di Martone come un «accordo di gestione sulle poltrone».
Per superare lo stallo successivo alle dimissioni di Almerighi ci sono voluti quattro mesi di discussione e lo scioglimento anticipato del consiglio direttivo dell’Associazione. E ieri, al termine di una riunione-fiume, Antonio Martone l’ha spuntata. Per votare il suo nome, Magistratura democratica, ha praticamente posto le sue condizioni: il neo-presidente rinuncia al suo incarico al Cnel («una collaborazione da cinque milioni al mese», spiega il segretario di Md Borraccetti); si dimette fra un anno in vista del congresso e per effetto della ripristinata rotazione degli incarichi il futuro presidente toccherà a Magistratura indipendente. Ultimo, ma non meno importante, il presidente, malgrado la posizione contraria in campagna elettorale di Unicost, si dichiarerà a favore del giudice unico.
Nella nuova giunta di governo entrano: Claudio Castelli (Md), vicepresidente, Mario Cicala (Mi) segretario, Giovanni Salvi (Md) vicesegretario e il pm milanese Piercamillo Davigo (Mi). 
Antonio Martone, 58 anni, romano è già stato segretario dell'Anm in un monocolore guidato da Raffaele Bertoni e componente del «parlamentino» dell'Associazione dall'88 al '92. Tra i fondatori di Unità per la Costituzione, è stato il magistrato più votato nelle ultime elezioni dell'Anm, superando la soglia dei mille voti. Componente del Csm dall'81 all'86, ha presieduto la Prima Commissione di palazzo dei Marescialli, quando questa si è occupata dell'indagine sui cavalieri del lavoro di Catania. È considerato tra i massimi esperti di diritto del lavoro, disciplina per la quale ha vinto la cattedra di professore associato. Di questa materia si occupa in Cassazione, come sostituto procuratore generale. Sposato, con tre figli, è giudice sportivo alla Federazione Pallavolo e componente dell'organo di autogoverno dei giudici tributari.
Presidente Martone, avete raggiunto un armistizio?
«Io spero che sia una pace vera. I verdi non sono voluti entrare in giunta perché hanno definito troppo generico il nostro programma. Noi abbiamo deciso di rispondere con i fatti».
La riforma del giudice unico è stato il motivo principale dello scontro elettorale tra le correnti dell’Anm, ora cosa farete?
«Noi non siamo contrari alla riforma, ma ribadiamo che occorrono delle condizioni minime perché non fallisca. Le abbiamo indicate nel documento su cui si è fondato l’accordo».
Il ministro di Grazia e giustizia Diliberto ha proposto la nomina di altri mille magistrati per accelerare i processi.È d’accordo?
«Le leggo il punto 5 del documento: l’Anm esprime il proprio netto dissenso ad ogni ipotesi di indiscriminato aumento dell’organico dei magistrati».