Martone
presidente Anm: collaboreremo con Diliberto
da Il Corriere della sera dell'1.3.99
ROMA - «Non chiediamo il rinvio dell'entrata in vigore del giudice
unico. Vogliamo invece collaborare all'individuazione delle misure minime
indispensabili per evitare che la riforma provochi un ulteriore lentezza
nella trattazione dei processi». Antonio Martone, il nuovo presidente
dell'Anm, è chiarissimo: se non cambierà qualcosa prima della
fatidica data del 2 giugno, il rischio di un ingolfamento della macchina
giudiziaria è altissimo. E questo il «governo dei giudici»
non è disposto ad accettarlo.
Quali sono queste «misure minime indispensabili» di cui
parla?
«Non bastano i provvedimenti legislativi del Parlamento e del
governo. Debbono essere adottate una serie di misure per adeguare le strutture
ed aumentare il personale. A noi interessa il buon funzionamento della
giustizia: vogliamo rispondere con tempestività ed efficienza alla
domanda di giustizia dei cittadini».
Le sue proposte?
«Le scelte spettano al ministro Diliberto, al quale devo dare
atto che è riuscito a smuovere le acque in Parlamento: il nostro
sarà un atteggiamento costruttivo e non ostruzionistico».
Ed i suoi obiettivi?
«Avere un dialogo costruttivo con tutte le componenti della giustizia.
E recuperare la fiducia dei cittadini: in questo periodo ho la sensazione
che a volte vacilli. E poi garantire serenenità a tutti i magistrati,
condizione essenziale per un esercizio imparziale delle funzioni giurisdizionali».
Si parla tanto della crisi della giustizia penale. Ma anche quella
civile e il rito del lavoro sono in agonia.
«+ vero. Bisogna ampliare al più presto le competenze
dei giudici di pace, curandone inoltre meglio la formazione e l'aggiornamento
e assicurando loro un trattamento economico adeguato. Ai giudici ordinari
saranno così riservate solo le cause di maggiore rilevanza sociale».
Non le sembra poco?
«Vediamo con favore anche forme di soluzione delle controversie
in sede stragiudiziale. Ed occorre investire anche sulla giustizia civile,
recuperando pure in questo caso la fiducia dei cittadini. Se per recuperare
un credito bisogna aspettare molto tempo, si può avere la tentazione
di ricorrere a forme e mezzi illegittimi...».
Flavio Haver
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