Magistrati, corsa al vertice 

da La Repubblica dell'1.11.99

ROMA (c.fus.) - Cercasi presidente. E in fretta. Il vuoto alla testa dell'Associazione magistrati e relativa crisi può diventare imbarazzante. "Abbiamo assunto un atteggiamento folle: una settimana di vuoto, adesso, ci espone ad attacchi e strumentalizzazioni pericolose" ammette Nino Abbate, uno dei grandi vecchi dell'Associazione e capo storico di Unità per la costituzione, la corrente maggioritaria a cui appartiene anche il presidente dimissionario Antonio Martone. Ci sono cinque giorni. Domenica prossima il parlamentino dell'Associazione, 36 elementi, si riunirà al quarto piano del Palazzaccio, sede della Cassazione, per votare il nuovo leader e la nuova giunta, nove membri (3 di Unicost, centro, 3 Md, sinistra, 3 Mi la più conservativa), tutta dimissionaria.
Il ponte di Ognissanti servirà a far calmare un po' i bollori. Martone è a Gubbio, "per disintossicarmi". Abbate a Sperlonga dove affoga il pessimo umore in squisiti cocktail. Il toto-presidente è già in corso. Tenendo presente uno schema approvato da tutti: allargare la giunta a tutti e quattro le correnti, compresi i Movimenti riuniti che erano rimasti fuori; rinnovare l' immagine con "un giovane magistrato che può benissimo uscire dalla corrente di maggioranza relativa che è Unicost ma che sia il presidente di tutti e non solo di una corrente"; continuità con il passato "per non disperdere il lavoro fatto in questi mesi sulle numerose questioni che riguardano la giustizia". Legge sui pentiti e giusto processo per fare qualche esempio.
Approvato lo schema, resta da riempirlo con nomi e cognomi. Unicost avrebbe già candidato i suoi: Fabio Roia, sostituto a Milano; Roberto Carrelli Palombi, gip a Roma; Alfonso Papa, sostituto a Napoli, passato alle cronache per essere riuscito ad allontanare le bancarelle abusive da piazza Caracciolo. Tutti giovani, intorno ai quarant' anni, e motivati.
Magistratura Democratica non mostra "pregiudizi". Magistratura Indipendente forse avrebbe qualcosa da dire. "L'importante - insistono un po' tutte le correnti - è che si mantenga la continuità col passato". Come? Ad esempio confermando vice "anziani" come Mario Cicala (Mi) e Claudio Castelli (Md) e altri della giunta dimissionaria.
Proprio Castelli, in questa settimana reggente dell'esecutivo dei magistrati, ieri ha invitato alla "moderazione" e al "dialogo". "Leggere la questione che si è creata all'interno dell'Anm come un problema di schieramenti e attribuirla alla destra o alla sinistra è sbagliato. Qui è venuta meno la fiducia in un presidente e in una situazione estremamente difficile per la magistratura". E poi non c'entra nulla la "congiura dei pm né l'intervenire o meno in difesa dei pm di Palermo. In discussione era la difesa della dignità dei magistrati nel loro complesso, in un momento difficile".