Anm, Cossiga attacca i «magistrati militanti»

da Il Mattino dell'1.11.99

Crisi dell’Anm, scende in campo Cossiga che solidarizza con Antonio Martone, il presidente dimissionario, e attacca i «magistrati militanti» che l’hanno costretto a dimettersi. «Le esprimo la mia solidarietà - scrive Cossiga a Martone - nel momento in cui con grande dignità Ella viene travolto dalla prepotenza di una ben definita setta politica che agisce, all'interno del corpo nobile e integerrimo della magistratura italiana, che neanche durante il fascismo fu oggetto di tale protervia, con insinuazioni ed aggressioni, volte a piegarla a un disegno obliquo di natura politica, in una visione giacobina e bolscevica della giustizia che niente ha a che fare con le grandi tradizioni della giurisprudenza italiana». 
Cossiga loda Martone «per non aver voluto assumere la cosiddetta difesa dei magistrati ”militanti” della Procura di Palermo, che nelle attuali circostanze avrebbe assunto il significato ingiustificabile (ciò che essi vogliono) di condanna dei giudici dei tribunale di Palermo» e «per aver posto con coraggio il problema della ridefinizione del ruolo del Pm, ruolo che con violazione delle leggi e dello spirito della Costituzione ha assunto ormai, anche se da parte di pochissime Procure, quello di organi di politica giudiziaria e di attori della lotta politica». 
Non condivide le osservazioni di Cossiga il responsabile giustizia dei Ds Carlo Leoni e sostiene che «non c'è stata nessuna congiura di sinistra». «Le vicende che hanno portato alle dimissioni di Martone - sostiene Leoni - sono interne all'Anm ed è bene che non siano strumentalizzate politicamente da nessuno. Martone è stato criticato per una mancanza di collegialità nella direzione dell' Associazione. Quindi di tutto si può parlare - sottolinea Leoni - tranne che di una congiura di sinistra. Mi auguro che l'Anm, che è una associazione prestigiosa, riesca a risolvere tempestivamente la crisi che si è aperta con le dimissioni di Martone». È quello che spera il vicepresidente dell’Anm, Claudio Castelli, che invita a sdrammatizzare e sostiene che c’è spazio per la costituzione di una giunta unitaria. 
Ma la polemica non è solo interna all’Anm, investe anche la politica. E a intervenire non sono solo Cossiga e Leoni. Pietro Carotti, il responsabile giustizia del Ppi, difende l'operato di Antonio Martone alla presidenza dell'Anm e definisce «ingenerose le accuse che gli sono state rivolte». Carotti non vuol commentare le frasi di Cossiga sostenendo che il senatore a vita «è come sempre un gran polemista e ama toni forti», però condivide il gesto di solidarietà dell'ex capo dello Stato. «Come presidente dell'Anm - ricorda Carotti - è stato uomo di grande equilibrio e di grande collaborazione con i politici su importanti riforme del sistema giudiziario. Personalmente - aggiunge l'esponente del Ppi - con lui ho avuto sempre rapporti fattivi e utili. Non ho mai percepito atteggiamenti di supina acquiescenza verso i politici». 
Michele Saponara, Forza Italia, condivide il messaggio di solidarietà di Francesco Cossiga ad Antonio Martone e sottolinea come sia stato, a suo avviso, «vittima non tanto e non solo dei giustizialisti ma della corporazione dei Pm». Per il capogruppo dei Verdi alla Camera, Mauro Paissan, è poco giustificato e ancor meno comprensibile, visto da distanza, il conflitto tra Martone e la maggioranza dell'Anm. Secondo Paissan «Martone è stato dimissionato per motivazioni correntizie più che per il suo comportamento recente riguardo alla vicenda della sentenza Andreotti». Maurizio Gasparri, vicepresidente dei deputati di An, si augura che «la maggioranza dei magistrati si ribelli finalmente ai diktat di una minoranza di comunisti e post-comunisti che continuano a dominare la vita associativa della categoria». Mentre l’avvocato Carlo Taormina propone di sciogliere l’Anm che, sostiene, da tempo «non è più il sindacato dei giudici, ma un organismo politico».