Allarme
scarcerazioni, Del Turco interviene e il Csm corre ai ripari
da Il Messaggero del 20.4.99
di MARIO COFFARO
ROMA - L’allarme lanciato dal presidente della Commissione antimafia,
Ottaviano Del Turco, sul pericolo della scarcerazione di una quarantina
di imputati condannati dalla Corte d’assise di Palmi è stato raccolto
dal Csm. Oggi o domani il plenum di palazzo dei Marescialli darà
il via alla procedura di ricerca dei magistrati che dovranno essere applicati
per sei mesi al palazzo di giustizia di Palmi. I giudici, almeno due, servono
con urgenza per aiutare il collega di Palmi a smaltire l’arretrato ed evitare
che la Corte d’assise non depositi in tempo utile le motivazioni della
condanna degli imputati del processo ”Tirreno”. Con la conseguenza delle
scarcerazioni di una quarantina di imputati già riconosciuti colpevoli
di gravissimi reati.
Per questo Del Turco ha preso l'iniziativa di scrivere al presidente
del consiglio D’Alema sulla base di una segnalazione fattagli dal procuratore
aggiunto di Reggio Calabria, Salvatore Boemi. ”Nel prossimo mese di agosto
- ha scritto Boemi a del Turco - un'intera legione di 'prestigiosi' esponenti
della 'ndrangheta riacquisterà la libertà per la cronica
incapacità delle strutture giudiziarie calabresi di fare fronte
ai propri gravosi impegni. Tra costoro capi, luogotenenti, affiliati e
fiancheggiatori del 'casato' Piromalli-Molè di Gioia Tauro. Ho deciso
di segnalarle direttamente il problema perchè ritengo che con il
solo approccio burocratico non si possano affrontare problematiche di tale
gravità. Nè si può farlo mantenendo nel solo ambito
giudiziario la circolazione delle doverose informative in merito a quella
che rischia di tramutarsi - sostiene Boemi - in una sconfitta irreparabile
per la giustizia”.
Nella sua lettera a D'Alema Del Turco aveva fatto presente che il problema
della scadenza dei termini di custodia cautelare era legato anche al mancato
deposito delle motivazioni delle condanne a sua volta collegato alle ”irrisolte
coperture negli organici degli uffici giudiziari” calabresi. ”È
opinione comune che senza un provvedimento straordinario ed urgente del
ministero della Giustizia e del Csm - aveva scritto il presidente dell'Antimafia
- il lavoro di decine e decine di uomini delle forze dell'ordine e della
magistratura può essere vanificato dalle lentezze burocratiche e
da ritardi nelle decisioni necessarie che appaiono particolarmente insopportabili
per le gravi conseguenze che producono”. Del Turco aveva inoltre annunciato
che avrebbe sollevato la questione davanti al plenum della commissione
Antimafia, nella prossima riunione.
Ieri il senatore del Ppi Donato Veraldi, membro della commissione antimafia,
ha inoltre sollecitato con una lettera il ministro di Grazia e Giustizia
Oliviero Diliberto a intervenire: «Per la credibilità delle
istituzioni, per l'immagine dell'Italia in Europa e nel mondo, questa scarcerazione
sarebbe un colpo durissimo. Ma sopratutto per la Calabria e per i cittadini
calabresi». Veraldi invita il ministro della giustizia «a vigilare
ed insistere» affinchè le procure di Reggio Calabria e Catanzaro
quantifichino «al più presto» le carenze di personale
e mezzi. «Ma questo, come sostiene - ricorda il parlamentare del
Ppi - il Csm, potrebbe non bastare poichè i tempi ordinari del processo
favoriscono la prescrizione del reato».
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