Tariffe forensi rinviate alla Corte Ue

da Il Sole 24 ore del 20.2.99

ROMA — La tariffa professionale degli avvocati finisce sotto la lente della Corte di giustizia europea. A chiedere l’intervento dei giudici comunitari è il pretore di Pinerolo con un’ordinanza depositata nei giorni scorsi. Provvedimento che chiede di chiarire se e come sia compatibile con le regole sancite dal Trattato Ce la deliberazione del Consiglio nazionale forense, approvata con Dm 585/94, con cui sono state fissate le tariffe inderogabili relative all’attività professionale degli avvocati. L’ordinanza sarà oggetto di un approfondimento specifico su uno dei prossimi numeri di «Guida al Diritto».
Una svolta, questa del rinvio alla Corte. Che punta a chiarire con una pronuncia a livello europeo, al di là delle incertezze giurisprudenziali emerse negli ultimi tempi, spazio e ruolo nel nostro ordinamento delle tariffe per gli avvocati. Che oggi riuniscono il Cnf per affrontare a tutto campo il problema. L’ordinanza ricostruisce il quadro entro cui si colloca il problema tariffe per l’avvocatura. In primo luogo ricorda la giurisprudenza della Corte Ue sul problema della qualificazione dell’attività libero-professionale, considerata prestazione di servizi, rietranti nella nozione di attività di impresa. Poi, sottolinea come lo stesso Cnf sembri rientrare nella nozione comunitaria di associazione fra imprese. Considerazioni cui si aggiunge la constatazione di un contrasto giurisprudenziale sulla possibilità di disapplicare la tariffa in relazione alla sua compatibilità con il diritto comunitario. E che pongono due problemi interpretativi che solo la Corte può risolvere.
Da un lato, infatti, occorre valutare se la tariffa forense attualmente prevista dal Dm 585/94 integri gli estremi di una decisione di associazione di imprese che falsa il gioco della concorrenza fra avvocati, tenuto conto delle modalità attraverso le quali si arriva all’approvazione di minimi e massimi applicabili ai clienti. Modalità che, nel caso specifico, hanno portato a una correzione della prima deliberazione del Cnf solo per tener conto dell’impatto sull’inflazione. Dall’altro, invece, la Corte dovrà verificare se la particolare natura dell’attività professionale giustifichi la previsione di tariffe inderogabili a garanzia della qualità del servizio.
In questo quadro il Cnf prende in esame oggi il caso tariffe. Sul tavolo il dibattito generale sulle tariffe per capire la funzione che può essere loro riconosciuta nel momento in cui da alcune parti si sollecita una profonda riforma delle libere professioni. Cui si aggiunge la necessità di affrontare il problema dell’aggiornamento dei valori attualmente in vigore, che potrebbe dar luogo anche a una rivisitazione "strutturale" delle tariffe oltre che al loro aggiornamento. Sempre su questo fronte dottori commercialisti e ragionieri hanno presentato ricorso al Tar contro la delibera dell’Antitrust in materia di tariffe.
Jean Marie Del Bo